C’erano rimasti i Non Voglio Che Clara. In un oceano di corruzione sonora, in cui annegano anche i più virtuosi, c’erano rimasti “I piani per il sabato sera”, “In un giorno come questo”, “L’inconsolabile”, “Le mogli”. C’erano rimasti i testi di Fabio De Min, eleganti ed equilibrati come pochi episodi in Italia, gli intrecci melodici sempre attenti a non superare quella linea spesso sottile tra l’orecchiabile e il banale. C’erano rimasti, sino al 2014, anno dell’ultima pubblicazione della band veneta: “L’amore fin che dura”. E ci rimangono, seppur con qualche lieve contraccolpo, ancora adesso.
Superspleen vol.1 non segna che il ritorno di un gruppo imprescindibile per l’asettico, derivativo panorama pop italiano: carico di emuli, fotocopie e finti santi. Con la consueta classe che li ha sempre contraddistinti, i Nostri virano a questo giro – e da buoni radioascoltatori – su un utilizzo più deciso del sintetico, rispetto al passato. Scelta non sempre a lieto fine, ma gestita come soltanto loro potrebbero. San Lorenzo è un kick-off giustissimo, una perfetta trama per l’ordito di una carriera che, come nel caso di “Dei cani”, non ha mai disdegnato la contaminazione dei trend nazionali ed internazionali, conservando uno stile ben preciso.
Impossibile non pensare, ascoltando il refrain di Epica Omerica, alla incredibile situazione attuale (“Se questo mondo ci chiudesse fuori / ci inventeremmo nuove soluzioni”) come impossibile non adorare Ex-Factor, brano forse più illuminato del lotto e perfetta sintesi del tema stesso dell’opera: i trent’anni, le sconfitte, la gioventù svanita, gli amori falliti e le miserie della vita adulta. La seconda parte dell’album è certamente più frizzante ma anche, probabilmente, un pizzico più debole. Sia chiaro: l’argilla è comunque maneggiata con sapienza, ma nessuno si stupisca se, giunti all’appuntamento conclusivo con la battistiana Altrove / Peugeot, si spezza il fiato per un’ultima volta. Peccati veniali, comunque.
Quel che conta ed è lampante al di là delle valutazioni, delle stelline, delle medaglie al merito è che i Non Voglio Che Clara sono da sedici primavere una garanzia, se non altro, di pensiero e parola in musica, di ragionamento, d’idea, di materia. Sono una cosa che può toccarsi con mano. Valore forse mai potente come ora che, citando Mariangela Gualtieri, “lo sappiamo quanto è triste / stare lontani un metro”.
(2020, Dischi Sotterranei)
01 San Lorenzo
02 Superspleen
03 Epica Omerica
04 La Croazia
05 Ex-Factor
06 Liquirizia
07 Marginalia
08 Il Miracolo
09 La Streisand
10 Altrove / Peugeot
IN BREVE: 3,5/5