Sarà per quelle acconciature che non variano di una virgola col trascorrere dei lustri. Sarà perchè – nel bene o nel male – Liam e Noel sono in primo piano quasi all’ordine del giorno di qualsivoglia rassegna stampa musicale e/o mondana. Fatto sta che a nessuno verrebbe in mente, senza calendario alla mano, che gli Oasis dei fratelli Gallagher sono in pista da ben diciassette anni. Una enormità per una band, ancora più se si pensa alle svariate diatribe interne che hanno portato più volte la formazione di Manchester sull’orlo dello scioglimento. Ma nonostante tutto Liam e Noel sono ancora in corsa, e raggiungono in questo Ottobre 2008 il traguardo della settima pubblicazione in studio, a tre anni da quel “Don’t Believe The Truth” che ha rappresentato con ogni probabilità il gradino più basso della loro carriera. Sì, perché gli Oasis del nuovo millennio non hanno raccolto poi molti punti e, a parte qualche episodio (brano) isolato, la verve creativa dei due fratelli ha lasciato alquanto a desiderare, frustrata da numerosi tentativi (malriusciti) di autocitarsi. Proprio per questi motivi, Dig Out Your Soul arriva come la luce di un fulmine a squarciare un cielo nerissimo; non perché sia chissà quale capolavoro, è bene dirlo. Ma perché il cambio di rotta degli Oasis è netto e positivamente sorprendente, in un colpo solo escono dalla dimensione di eterni ventenni per immergersi in quella, più consona, di artisti maturi alla soglia dei quarantanni. E lo fanno con undici brani “sporchi”, pieni zeppi di adrenalina, parecchio lontani dal brit-pop easy listening cui ci avevano abituati. Non ci sono (quasi) più i classici strofa-ritornello-strofa, e manca la presenza ossessiva di quegli accordi di chitarra puliti ed orecchiabili vero e proprio simbolo dell’Oasis style. C’è invece la sei corde di Noel che vaga solitaria fra i brani, libera dagli schemi canonici in cui era rinchiusa un tempo (neanche troppo lontano); e così brani come il singolo di lancio The Shock Of The Lightning, Ain’t Got Nothin o Falling Down (fra gli episodi migliori del lotto) colpiscono per la prepotenza sonora con cui si stagliano nella tracklist. C’è anche tanta psichedelia, con pezzi molto lunghi (quasi tutti intorno, ed oltre, i quattro minuti) e chitarre distorte che percorrono tutto l’album e soprattutto l’opener Bag It Up e The Nature Of Reality. Sono tre, invece, le uniche eccezioni ad un lavoro dalla forte impronta chitarristica: la ballata I’m Outta Time, momento più rilassato di “Dig Out Your Soul”, la semi-westernata (Get Off Your) High Horse Lady e la conclusiva Soldier On, unica traccia che ricorda per sonorità ed andamento gli Oasis dei tempi andati. In tutto ciò, a guadagnarci sono anche le prove vocali dei due fratelli (in modo particolare Liam) che, sostenute da uno strato strumentale come quello descritto finora, appaiono decisamente meno “puerili” e scanzonate che in passato. Insomma, c’è da “festeggiare”, Liam e Noel c’hanno messo un bel po’ a riprendersi dalla sbornia di successo degli anni ’90 ed a fare mente locale sul proprio futuro artistico, ma gli Oasis del 2008 non sono affatto da buttare via. Champagne (Supernova) per tutti, offrono loro.
(2008, Reprise Records)
01 Bag It Up
02 The Turning
03 Waiting For The Rapture
04 The Shock Of The Lightning
05 I’m Outta Time
06 (Get Off Your) High Horse Lady
07 Falling Down
08 To Be Where There’s Life
09 Ain’t Got Nothin
10 The Nature Of Reality
11 Soldier On
A cura di Emanuele Brunetto