Difficilmente negli anni ci si è potuti nascondere dalla sua musica orrorifica: si può sentire la mano dell’americano Daniel Lopatin nella colonna sonora di “Good Time” o “Bling Ring” di Sofia Coppola, nelle sonorizzazioni di opere d’arte al MoMA di New York, nell’ultimo album di David Byrne, insieme alle voci morbide di FKA Twigs e Anohni (nel fantastico “Hopelessness” del 2016 co-prodotto con Hudson Mohawke) o sotto vari pseudonimi come Chuck Person, progetto parallelo che per molti, con “Eccojams Vol.1”, ha portato alla nascita del movimento vaporwave.
“Age Of”, decimo lavoro in studio e quarto per la Warp, è il culmine dell’incredibile carriera di questo artista, perché è la summa di tutte le sperimentazioni sonore portate avanti negli anni. Dentro c’è un mondo che mescola varie epoche musicali, quelle del titolo incompleto dell’album: ci sono clavicembali barocchi, folk anni ’70, IDM, glitch music, autotune, r’n’b, metal e la collaborazione di James Blake, che col suo morbido tocco ha prodotto e mixato l’album. Se l’elenco appena descritto vi sembra un’accozzaglia di generi musicali buttati a caso è normale; dopotutto per quanti piani di lettura ci sono dentro questo disco, viene richiesta all’ascoltatore un’attenzione speciale per cogliere ogni colore e sfumatura della palette, l’attenzione che bisogna riservare alle opere di grandi compositori.
Per inquadrare un po’ di più questo suono variegato, bastino due esempi quasi contraddittori: The Station suona come un pezzo r’n’b di inizio anni 2000, e infatti nasce come demo destinata a Usher, progetto poi non andato in porto, mentre Toys 2 è come Lopatin immagina la colonna di un film Pixar (è l’immaginario seguito di “Toys” con Robin Williams), ed è una via di mezzo tra “My Heart Will Go On” di Celine Dion e la colonna sonora di “Stranger Things”, insomma la soundtrack del “Titanic” che finisce nel Sottosopra anziché contro un iceberg.
Questo paesaggio acustico parecchio inquietante fa da base a una storia in stile “2001: Odissea nello Spazio”, in cui Oneohtrix Point Never narra di quattro epoche storiche (denominate, come si legge sull’incredibile packaging dell’album, Ecco, Harvest, Excess e Bondage) che si susseguono in loop alla fine dell’universo e dell’esistenza umana, governate da intelligenze artificiali che hanno la voce di Prurient e della già citata Anohni, nel singolo Black Snow. Fantasia scientifica e immaginazione del suono del futuro attraverso la decostruzione del passato. Di questo trip esoterico di puro orrore se ne parlerà per gli anni a venire, quando forse lo capiremo a pieno.
(2018, Warp)
01 Age Of
02 Babylon
03 Manifold
04 The Station
05 Toys 2
06 Black Snow
07 myriad.industries
08 Warning
09 We’ll Take It
10 Same
11 RayCats
12 Still Stuff That Doesn’t Happen
13 Last Known Image of a Song
IN BREVE: 4,5/5