In ambito pesantissimo pur mantenendo un disperato attaccamento alla melodia, questo Last degli statunitensi Ostraca è probabilmente una delle cose migliori accadute al 2017 in coda a quella bastonata clamorosa che è “The Dusk In Us” dei sovrani Converge.
Sei brani, ventinove minuti di tecnicismi tritacarne concepiti con lo scrupolo proprio dei venerati maestri del genere. Alla seconda prova dopo l’esordio “Deathless”, risalente ormai a due anni fa, la band di Richmond esplora le non pochissime biforcazioni dell’hardcore/screamo con una naturalezza invidiabile – per quanto l’ambito possa sembrare privo di voli pindarici all’ascoltatore più impreparato.
Il petto dell’opera, l’accoppiata Childlike / Nausea, è degno dei grandissimi album e mostra tutta l’artiglieria pesante a disposizione del gruppo. La prima traccia è una terroristica digressione emocore, la seconda una lunga e completamente inattesa litania post rock che non avrebbe fatto una figuraccia nella discografia dei Rodan, con la sua splendida e selvaggia coda.
Non può che chiudersi con un pezzone, Worn Away, un EP che dovrebbero ascoltare tutti gli amanti del genere e tutti coloro che – come chi scrive parecchi anni fa – ci si avvicinano, segretamente ma neanche troppo, tra i banchi di scuola e i libri di matematica.
(2017, Skeletal Lightning / I.Corrupt)
01 Waiting For The Crash
02 The Orchard
03 Childlike
04 Nausea
05 Confronting Imagism
06 Worn Away
IN BREVE: 3,5/5