Quando ti innamori, in fondo, non ci puoi fare un cazzo. Succede così, all’improvviso: basta un attimo e sei fregato. Tac! Ed eccoti lì, a fissare il nulla con uno sguardo da ebete. Eh sì, succede così, all’improvviso. Ti capita fra le mani un ep, ascolti cinque pezzi e sei già bell’e cotto. Tutte le storie d’amore, dopo tutto, cominciano in questo modo: un bacio strappato alle circostanze ed un nome da ricordare. E’ tutto quello che hai. E inizi a chiedere in giro, parlare con gli amici, domandare qualcosa in più su quel misterioso oggetto del desiderio. Fino a quando non scopri, dopo neanche un anno, che il tuo grande amore sta per tornare, che un nuovo album sta per uscire. Un album, non un ep! Dieci brani, non soltanto cinque! E ti si riempie il cuore di gioia, e scalpiti, e ti chiedi quando sarà possibile averlo finalmente tra le mani. Finchè il momento arriva, e ti sembra una benedizione. Perchè la musica dei newyorkesi The Pains Of Being Pure At Heart è un elogio alla gioia di vivere, agli anni da teenager, ai pomeriggi sfigati e agli amori impossibili. E’ la colonna sonora della tua adolescenza passata e presente, e suona infinitamente meglio di quanto tu potessi sperare. Prendete i Jesus And Mary Chain e shakerateli coi Field Mice, aggiungete un pizzico di Ramones e qualche tocco di Pastels. Et voilà: eccola qui la ricetta di questo quartetto, la formula magica che rende immancabile l’appuntamento col loro splendido debutto. Che siate giù di corda o tremendamente allegri, che vogliate barricarvi in casa o gridare al mondo la vostra felicità, che preferiate stare a letto o zampettare qua e là per strada: questo album fa dannatamente al caso vostro. C’è la nostalgia di chi ricorda con un sorriso anche le cose brutte del passato, di chi guarda al presente sulle nuvole e al futuro chiudendo gli occhi. Ci sono dieci potenziali singoli (tre dei quali già lanciati, shhht) che fanno la ola sul tuo cuore e ti costringono ad emozionarti, prendono a calci in culo la malinconia e la riaccompagnano davanti la tua porta. E sarebbe del tutto inutile citarli uno ad uno, parlare di questo e non di quello, tentare persino di ragionarci su perchè si sa: la logica, in questi casi, c’entra ben poco. Ciascuno merita dieci, venti, trenta ascolti: lo capirete da soli. Quando non riuscirete a stare più di un minuto senza canticchiarli, fischiettarli, ricordarli e disegnarli in mente. Quando tornerete da loro in fretta e furia, facendo finta di cercare un motivo, ma lo sapete benissimo. Siete innamorati persi. E non potete farci un cazzo.
(2009, Slumberland Records / Fortuna Pop)
01 Contender
02 Come Saturday
03 Young Adult Friction
04 This Love is Fucking Right
05 The Tenure Itch
06 Stay Alive
07 Everything With You
08 A Teenager in Love
09 Hey Paul
10 Gentle Sons
A cura di Michele Leonardi