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Panda Bear – Buoys

Il 2019 è sicuramente un anno importante per Noah Benjamin Lennox, polistrumentista e producer americano conosciuto come Panda Bear. A inizio Gennaio si è celebrato il decennale di “Merryweather Post Pavilion” dei suoi Animal Collective, il loro album con maggior successo commerciale e indubbiamente quello con l’impatto più forte nella musica indipendente a livello mondiale, come ha raccontato Pitchfork in un lungo ed esaustivo speciale.

Un piccolo capolavoro della neo psichedelia che anche a dieci anni di distanza continua a essere usato come pietra di paragone per i nuovi lavori della band e inevitabilmente per quelli solisti di Avey Tare, Geologist e Panda Bear. L’ultimo album di Lennox è stato pubblicato (casualmente?) proprio in quest’anno di ricorrenze: Buoys, uscito l’8 Febbraio, arriva anche vent’anni di distanza dal suo omonimo debutto solista, un percorso cominciato addirittura prima di iniziare a suonare con gli Animal Collective, costellato da alcuni grandi lavori (“Panda Bear Meets The Grim Reaper” del 2015) e anche qualcosa di meno riuscito.

Negli anni Panda Bear ci ha abituato a un suo stile personale e riconoscibile attraverso lavori esteticamente ridondanti, pieni fino all’orlo di suoni acidi dei sintetizzatori, loop electro che si ripetono fino alla morte, elaborate melodie vocali stile Beach Boys che si intersecano ed effetti sonori e campionamenti di ogni tipo.

Rispetto a tutto ciò, il suono di “Buoys” stravolge le carte presentandosi più spoglio: gira quasi tutto intorno a una chitarra acustica e la voce non è coperta dalle solite cinquanta tracce audio, anzi si può finalmente sentire nuda e cruda per la prima volta, nonostante i vari Animal Collective non siano certo famosi per le loro qualità vocali, basta guardarsi i loro live su YouTube.

L’ascolto di quest’album forse rischia di scontentare tutti: questo lisergico falò sulla spiaggia che Panda Bear dipinge nelle nove tracce potrebbe molto facilmente rompere le palle e irritarvi se non siete avvezzi ai vari lavori dei membri degli Animal Collective e non avete pazienza nella vita, così come potrebbe risultare troppo scarno e raccolto per un fan abituato a pezzi come “Brother Sport” o “Fireworks”.

Però si potrebbe non pensare al passato e provare a godersi a occhi chiusi e con le cuffie nelle orecchie il pezzo che apre la tracklist, Dolphin: la melodia e quelle gocce che cadono ritmate diventando uno strumento musicale proiettano in un mondo lontano, come Panda Bear ha sempre avuto la capacità di fare. Se passate indenni da questa prima traccia ed entrate nel mood che Lennox vuole provare a trasmettere, tanto vale proseguire il viaggio e rilassarvi.

(2019, Domino)

01 Dolphin
02 Cranked
03 Token
04 I Know I Don’t Know
05 Master
06 Buoys
07 Inner Monologue
08 Crescendo
09 Home Free

IN BREVE: 3/5