Noah Benjamin Lennox è un ragazzo di Baltimora che ama disegnare i panda. Facile intuire quindi l’origine del suo nome d’arte: Panda Bear. Cantante, polistrumentista e compositore, reduce dai fasti negli Animal Collective, il panda incontra il Grim Reaper nel 2015 e la testimonianza si concretizza con la release del suo ultimo lavoro Panda Bear Meets The Grim Reaper. Il disco rappresenta la raggiunta maturità di Mr. Noah, conquistata al termine di un processo di evoluzione musicale che ha inizio nel 1998 con l’intimo disco omonimo, passa dal barocco di “Young Prayer” fino ad approdare a quel capolavoro di psichedelia pop/folk che è “Person Pitch”. Tutti gli elementi che hanno contribuito a formare la (seppur di difficile individuazione) personalità artistica di Panda Bear vengono sintetizzati in questo lavoro.
Eclettico, visionario ed a tratti slegato, “Panda Bear Meets The Grim Reaper” si apre con Sequential Circuits dove le celestiali armonizzazioni vocali, vero e proprio marchio di fabbrica della casa, danno vita ad uno stravagante e polifonico turbinio di dinamiche, su un tappeto di organo ed effetti sonori impastati magistralmente da Noah grazie all’ausilio dei suoi magici sampler. L’abilità del panda sta nel riuscire a combinare insieme la vetrosità dei sintetizzatori con il sali e scendi di note scaturite dai continui ed onnipresenti campionamenti e loop vocali. Il tutto pienamente riscontrabile in Mr. Noah, vera e propria miscela elettronica volta a creare confusione e stordimento sonoro.
L’influenza musicale della permanenza in Portogallo del panda vien fuori in tutto il suo splendore con Crosswords, pezzo dalla vena malinconica e dalla ritmica trip/hip-hop, con la scelta di una linea vocale che fa il filo al miglior Joao Gilberto. Con Boys Latin ci si eleva spiritualmente in un’atmosfera trascendentale resa tale dall’uso impeccabile dei vari effetti d’ambiente e dall’immediato cambio di tonalità che riesce completamente ad aprire il pezzo. Dopo un richiamo al barocco degli esordi di Tropic Of Cancer, tutta l’incoerenza musicale dell’artista si palesa con Lonley Wanderer, pezzo più “acustico” del disco con un idilliaco pianoforte, e Come To Your Senses, dall’intenzione prettamente pop e con un drumming hippoppeggiente contornato da un subbuglio di voci in reverse.
L’incoerenza musicale prima citata è quella di un artista che non si pone limiti, né risponde ad alcun standard creativo: Principe Real e Acid Wash rappresentano la svolta elettronica del disco. Il primo è un bucolico e maleducato pezzo d’elettronica primordiale, ma che riesce a vagheggiare libertà d’animo e spensieratezza. Il secondo è intriso di folk-psichedelico disturbato dalla cattiveria di sintetizzatori noise.
Limitatamente indecifrabile, confuso, sconnesso ma allo stesso tempo solido, Panda Bear riesce a mostrare il suo lato più estroverso e travagliato, con un lavoro dalle tinte miratamente variegate, con arzigogoli musicali tipici di chi ha la sua dimora fissa in un mondo di campionatori, sintetizzatori e sampler di ogni genere. Ma che nella sua alienazione riesce in maniera paradossale, inevitabilmente (ed incoerentemente), a comunicare il suo travaglio emotivo.
(2015, Domino)
01 Sequential Circuits
02 Mr Noah
03 Davy Jones’ Locker
04 Crosswords
05 Butcher Baker Candlestick Maker
06 Boys Latin
07 Come To Your Senses
08 Tropic Of Cancer
09 Shadow Of The Colossus
10 Lonely Wanderer
11 Principe Real
12 Selfish Gene
13 Acid Wash
IN BREVE: 4/5