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Paolo Nutini – Caustic Love

causticloveSono diversi i motivi per cui, ad inizio carriera, un tipo come Paolo Nutini non viene quasi mai preso davvero sul serio: troppo giovane per non essere solo l’ennesimo fenomeno mediatico; troppo belloccio per non credere che un buon 50% (se non più) dei dischi e dei biglietti venduti siano appannaggio di ragazzine in preda agli ormoni; troppo pulito – nell’immagine e nello stile – per poter puntare a un posto fra le “rockstar” che contano. E Paolo Nutini queste peculiarità le aveva tutte quand’era neanche ventenne, ai tempi dell’esordio “These Streets” (2006), e le ha tutt’oggi che è giunto al suo terzo lavoro in studio.

Caustic Love, però, pubblicato a distanza di ben cinque anni dal mediano “Sunny Side Up”, presenta un artista decisamente più consapevole che in passato della strada da intraprendere: il lasso di tempo intercorso è stato più che sostanzioso e pare aver portato alla definitiva emersione di ciò che lo scozzese ha veramente dentro. E’ pur sempre patinato il Paolo Nutini targato 2014 e non potrebbe essere altrimenti, non è Tom Waits e non si è mai spacciato per tale, ma la maturità compositiva e d’ispirazioni che mette in mostra oggi è qualcosa di davvero inaspettato.

La chiave di volta del disco risulta chiara fin dall’apertura affidata al singolo Scream (Funk My Life Up) e alla seguente Let Me Down Easy, pegno più che evidente pagato da Nutini al soul, all’r’n’b, al funk e alla Motown tutta (e nel secondo dei brani citati viene fuori anche il fantasma di Bob Marley, già apparso nel lavoro precedente). One Day ha l’afflato del Ben Harper più introspettivo, Better Man è una ballatona da accendino durante i concerti, ordinaria nella sua semplicità ma non per questo dallo scarso impatto.

C’è spazio anche per qualche cenno a sonorità più moderne come Fashion – in cui fa capolino la reginetta del soul Janelle Monáe, giusto per rimanere in tema e non interrompere il fil rouge – o Cherry Blossom, ma nel complesso è tutta un’attenta attualizzazione di un mondo, quello black, vecchio un bel po’ ma sempre accattivante come pochi altri. Una riproposizione sicuramente non semplicissima, perché per fare quella roba serve una voce di un certo spessore, cosa di cui Nutini è provvisto e di cui dà ampia prova in questo nuovo album, anche più che in passato.

Discorso a parte, infine, merita Iron Sky, di gran lunga la composizione più convincente del disco: archi, fiati, profondità espressiva e una prova vocale semplicemente perfetta che rendono al meglio l’odierna dimensione dell’ex ragazzo prodigio Paolo Nutini, divenuto in questo 2014 un cantautore di tutto rispetto, in barba allo snobismo di tanti (compreso chi scrive) ai tempi del suo esordio. Approvato su tutta la linea.

(2014, Atlantic)

01 Scream (Funk My Life Up)
02 Let Me Down Easy
03 Bus Talk
04 One Day
05 Numpty
06 Superfly
07 Better Man
08 Iron Sky
09 Diana
10 Fashion (feat. Janelle Monáe)
11 Looking For Something
12 Cherry Blossom
13 Someone Like You

IN BREVE: 3/5

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