Quell’ultimo mucchio d’incisioni originali realizzate insieme all’amico Richard Wright non potevano rimanere in fondo a un cassetto di una delle loro lussuose ville inglesi o negli scantinati di uno studio di registrazione. Dovevano in qualche modo venir fuori, una sorta di testamento non solo del compianto tastierista ma di un’intera band, i Pink Floyd, che definire mitologica appare oggi (ma già da qualche decennio) riduttivo. Dev’essere stato più o meno questo il ragionamento fatto dai superstiti David Gilmour e Nick Mason, condivisibile quantomeno sul piano umano se non del tutto su quello artistico.
The Endless River, così, a distanza di venti anni da quel “The Division Bell” che aveva segnato la fine discografica dei Floyd post-Waters, arriva a sugellare in tutto e per tutto un lungo percorso di vita. Non c’è ovviamente Roger Waters, quindi i Floyd di riferimento sono sempre quelli capitanati da Gilmour, ma ad ascoltare le tracce contenute nel disco non si fatica a sentire, sparsi qua e là, echi di un passato glorioso. Per rendere il concetto, è come se l’ora scarsa di “The Endless River” fosse un’unica, lunghissima, mastodontica “Shine On You Crazy Diamond”. Vuoi perché interamente strumentale salvo il finale affidato a Louder Than Words (unica traccia canonicamente cantata), vuoi perché la chitarra di Gilmour e le tastiere di Wright hanno ancora quell’incedere etereo che ha caratterizzato l’evoluzione stilistica dei secondi e terzi Pink Floyd, vuoi perché a spizzichi e bocconi pare di essere sempre sul punto di sentir partire una di quelle composizioni che intere generazioni conoscono a menadito.
L’evidente differenza, però, sta nel fatto che “Shine On You Crazy Diamond” brillava di una luce che è superfluo ridefinire in questa sede, mentre “The Endless River” vive solo di lampi, di fugaci sprazzi d’ispirazione in una modestia di fondo che non fa esplodere mai il disco e che lo inserisce in quella lunga sfilza di lavori soffocati da motivazioni extra-musicali.
It’s What We Do e Anisina, ad esempio, pagano pegno in maniera fin troppo chiara a capisaldi della produzione dei Pink Floyd, palesando come si tratti di spunti da studio che necessitavano un lavoro di rimodellamento un po’ più approfondito di quello affrontato. C’è tantissimo di già sentito (vedi la bipartita Allons-y) e tanto di ciò che avrebbero fatto sentire i Pink Floyd di Gilmour se Wright non fosse venuto a mancare così come – ben prima – la loro voglia di fare musica insieme (vedi la base di On Noodle Street o l’atmosfera ambientale di una Ebb And Flow).
Incredibilmente e nonostante queste innegabili (e prevedibili) pecche, “The Endless River” scorre via veloce, si fa ascoltare e non dà neanche quella fastidiosa sensazione agrodolce da tempus fugit. Il problema è che l’effetto è questo perché è un album che suona familiare, come la voce di un anziano parente che ci ha accompagnati nella crescita, come quelle storie tramandate oralmente che sembrano rinnovarsi solo perché ogni volta qualche elemento viene un po’ modificato. E non perché effettivamente ci sia qualcosa di davvero degno del marchio Pink Floyd.
Aggiungiamo a tutto ciò che l’artwork è fra i peggiori mai visti (opera dello studio di design Stylorouge, dato che anche lo storico Storm Thorgerson ha lasciato questo mondo nel 2013) e si capisce come un’epopea da considerare già al capolinea sia adesso definitivamente morta e sepolta. Restano da assaporare le ultime trame di un genio come Richard Wright, la serenità delle ultime note incise con la sua chitarra da David Gilmour per i Pink Floyd, le ultime soffici rullate di Nick Mason. E perché no, anche l’ultima velata influenza dello stesso Roger Waters.
(2014, Parlophone / Columbia)
Side 1, Pt. 1: Things Left Unsaid
Side 1, Pt. 2: It’s What We Do
Side 1, Pt. 3: Ebb And Flow
Side 2, Pt. 1: Sum
Side 2, Pt. 2: Skins
Side 2, Pt. 3: Unsung
Side 2, Pt. 4: Anisina
Side 3, Pt. 1: The Lost Art Of Conversation
Side 3, Pt. 2: On Noodle Street
Side 3, Pt. 3: Night Light
Side 3, Pt. 4: Allons-y (1)
Side 3, Pt. 5: Autumn ’68
Side 3, Pt. 6: Allons-y (2)
Side 3, Pt. 7: Talkin’ Hawkin’
Side 4, Pt. 1: Calling
Side 4, Pt. 2: Eyes To Pearls
Side 4, Pt. 3: Surfacing
Side 4, Pt. 4: Louder Than Words
IN BREVE: 2,5/5