La prima sensazione avuta a inizio 2015, all’uscita di “Everything Else Matters”, era stata di curiosità verso questa creatura “esotica” proveniente dalla fredda Russia e dedita a uno shoegaze/dream pop insolito perché molto personalizzato dalla formazione di base a San Pietroburgo. Così, in un periodo come questo in cui certe sonorità stanno ritornando prepotentemente alla ribalta, fra nuovi e vecchi interpreti, la voglia di sapere cosa avrebbe potuto essere il sophomore dei Pinkshinyultrablast era tanta.
Grandfeathered non si è fatto attendere ed è arrivato a strettissimo giro dall’esordio, appena un anno dopo: se nel debutto lo sperimentalismo era limitato ai dettagli che facevano da contorno ai riferimenti classici del genere, qui la band si lascia andare del tutto a una verve compositiva che non credevamo così dirompente. Il risultato è che gran parte delle atmosfere rarefatte e glaciali di “Everything Else Matters” vanno a farsi benedire, e ciò è davvero un peccato. Ma c’è anche un interessante rovescio della medaglia, che sta nel sensibile ampliamento dello spettro sonoro dei russi, circostanza di per sé sempre positiva.
La parte più shoegaze del sound della band finisce per essere limitata al minimo indispensabile a garantire una continuità, ancora viva in brani come Glow Vastly e Mölkky ma sopita nel resto del disco. “Grandfeathered” è, nella sostanza, un album di curatissimo alt-pop che non fa nulla per nascondere la ricerca che vi si cela dietro: la complessità delle trame in cui s’intrecciano i synth rendono Kiddy Pool Dreams o The Cherry Pit realmente difficili da inquadrare, con la conseguenza che anche l’ascolto si rivela meno immediato rispetto all’esordio. In tal senso non aiutano neanche i lunghi intermezzi strumentali e, soprattutto, melodie spesso lasciate appese e mai più riprese all’interno della stessa traccia.
Dunque un album che, a seconda delle interpretazioni del bicchiere, se mezzo pieno o mezzo vuoto, offre spunti interessanti in ogni direzione valutativa. Ciò che è certo è che questa non sembra poter essere la dimensione definitiva dei Pinkshinyultrablast, ma se dovesse trattarsi di un lavoro di passaggio allora sì che “Grandfeathered” potrebbe riacquistare valore a posteriori.
(2016, Club AC30)
01 Initial
02 Glow Vastly
03 I Catch You Napping
04 Kiddy Pool Dreams
05 Comet Marbles
06 The Cherry Pit
07 Mölkky
08 Grandfeathered
IN BREVE: 3/5