Non è bastato finora ai partenopei Pipers un curriculum di tutto rispetto, fatto di concerti in terra britannica a fianco di Ocean Colour Scene, Turin Brakes e James Walsh (frontman degli Starsailor), per emergere dall’affollato sottobosco indie nostrano. Questo terzo capitolo della loro discografia, però, conferma come alla band napoletana sia mancato finora solo un briciolo di fortuna, ma non certo il talento.
In questo Alternaïf (a proposito, splendido l’artwork), i Pipers decidono di lasciare il versante britpop dei lavori precedenti per immergersi nell’indie folk, e il risultato è sicuramente positivo: se si ama il genere è un disco da sentire e risentire al pari delle migliori pubblicazioni internazionali di categoria, ma anche in caso contrario ci sono tanti brani che – complice anche un’ottima auto-produzione che cura ogni particolare – meritano attenzione.
Su tutte l’iniziale Empty Handed, dove il songwriting di Stefano De Stefano raggiunge un livello davvero eccellente. Appena una spanna sotto Words, con il suo struggente crescendo. Molto bene anche l’intensa Place In The World, When You Come e la delicatissima My Whole Lifetime, mentre non si addice molto al tenore dell’album Freckles, dove alcuni riferimenti ai Coldplay risultano fin troppo evidenti.
Ma è solo un piccolo incidente di percorso all’interno di una delle più piacevoli sorprese discografiche di questo fine d’anno italiano: c’è a questo punto legittima curiosità per il tour che i Pipers stanno per intraprendere, perché a nostro avviso le canzoni dell’album potrebbero avere dal vivo una resa davvero superba.
(2016, Bulbart)
01 Empty Handed
02 Follow The Flow
03 Place In The World
04 My Whole Lifetime
05 When You Come
06 Freckles
07 In My Dreams
08 Don’t Get Me Wrong
09 Words
10 Caress My Mind
IN BREVE: 3,5/5