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Prophets Of Rage – The Party’s Over

thepartysoverAmmettiamolo: per qualche giorno c’avevamo sperato un po’ tutti che quel “movimento” in rete intorno a Tom Morello e i suoi potesse presagire un ritorno dei Rage Against The Machine quantomeno per qualche data live, magari che Zack De La Rocha avesse ritrovato la voglia di sputare fuoco sul sistema e di rimettere in pista la macchina.

Così la notizia del nuovo progetto Prophets Of Rage, con tre RATM su quattro accompagnati da Chuck D dei Public Enemy e B-Real dei Cypress Hill al posto di De La Rocha, non ha sortito chissà quale sconvolgente effetto. Bisogna dire però che il nuovo supergruppo se l’è giocata molto bene sul piano comunicativo, snocciolando novità quasi all’ordine del giorno: apparizioni televisive, un bel tour in giro per gli Stati Uniti, qualche immagine promozionale nuova di zecca, un’ottima presenza sui social e soprattutto l’annuncio di un EP d’esordio, giusto per battere un ferro fattosi poco a poco sempre più caldo.

The Party’s Over non è chissà quale folgorazione, ma riassume bene e coerentemente l’intento dei protagonisti, ovvero rifarsi sotto dopo un bel po’ di anni di stanca, facendo ciò che gli riesce meglio e senza rischiare più di tanto. Non è una coincidenza, quindi, che il brano dei Public Enemy che dà il nome al progetto, Prophets Of Rage, sia stato qui ripreso con l’aggiunta di un verso di B-Real, così come non è casuale la scelta dei live inseriti nell’EP: Killing In The Name dei Rage Against The Machine, Shut Em Down ancora dei Public Enemy e No Sleep Til Cleveland, versione aggiornata all’attualità della “No Sleep Til Brooklyn” dei Beastie Boys. Un usato sicuro che non prova neanche per un secondo a proporre un pezzo da “riscoprire” ma punta dritto a baluardi inattaccabili.

L’unico inedito del lotto è quello che dà il titolo all’EP, The Party’s Over, e anche qui il coefficiente di difficoltà era praticamente pari allo zero, viste le belve da rap metal di cui ci troviamo a parlare: Morello, Wilk e Commerford sembrano aver tirato fuori dal cassetto un brano degli Audioslave, ma con Chuck D e B-Real al posto di Chris Cornell il risultato è sensibilmente diverso (in senso positivo).

Se mai ci sarà, come sembra, un debutto sulla lunga distanza è da quest’inedito che immaginiamo si dovrà partire, per sintesi e sinergia fra le varie personalità in gioco (in un progetto che peraltro pare aperto a possibili ampliamenti di formazione). L’attesa al riguardo non sarà spasmodica, ma se tutto ciò dovesse presagire a un tour che li porti anche dalle nostre parti, ne varrebbe sicuramente la pena di giustificare un po’ di sano auto-revival.

(2016, Caroline)

01 Prophets Of Rage
02 The Party’s Over
03 Killing In The Name (Live)
04 Shut Em Down (Live)
05 No Sleep Til Cleveland (Live)

IN BREVE: 3/5