Il primo impulso, il più genuino, è quello di spezzare il cd a metà e cestinarlo, al solo scopo di punire simbolicamente Brian May e Roger Taylor per l’affronto perpetrato ai danni di una sigla, Queen, che ha rappresentato una fetta importante di storia del rock. Sigla uscita di scena definitivamente – checché ne dicano May e Taylor – in quel novembre del ’91 in cui Freddie Mercury perse la sua battaglia contro l’AIDS (o tutt’al più quattro anni dopo, quando venne dato alle stampe “Made In Heaven”, album contenente gli ultimi stralci registrati da Mercury). Ma saremo onesti con voi, e con noi stessi. Ragione per cui il cd resta integro all’interno del nostro lettore e procediamo alla disamina di un album che appare sconfitto in partenza. Sconfitto perchè Paul Rodgers (ex Free ed ex Bad Company) è un vocalist che oseremmo definire “ordinario”; gran voce la sua, sì, ma carente dell’espressività e della forza impattante di quella di Mercury (e di pochi altri). La sostituzione, quindi, risulta quantomeno azzardata. E’ vero anche, però, che rimpiazzare Freddie Mercury era una missione a dir poco impossibile, non solo per Rodgers. Perchè utilizzare quella ragione sociale allora? Sconfitto perchè, poi, anche lo storico bassista John Deacon non è della partita, per sua scelta, non ritenendo opportuno continuare ad esibirsi con il vecchio “nome di battaglia”. E Deacon, nell’economia del gruppo, non era soltanto uno strumentista, ma parte integrante del processo creativo e perno fondamentale di alcune fra le melodie più pop (e famose) messe in piedi dalla Regina. La percentuale di Queen all’interno di questa “nuova” band scende dunque drasticamente a 2/4. Perchè utilizzare quella ragione sociale allora? A questa domanda martellante hanno provato a rispondere gli stessi May e Taylor, adducendo più volte la scusante del “tributo” all’amico scomparso. La giustificazione fa acqua da tutte le parti, in modo particolare per un motivo, bello grosso: The Cosmos Rocks può essere definito e può suonare come tutto fuorchè come un album dei Queen. Nonostante la band inglese, nel corso della sua ultra ventennale carriera, abbia attraversato in lungo e in largo i generi musicali, il trio delle meraviglie May/Taylor/Rodgers è riuscito nella difficile impresa di non somigliare a niente di tutto ciò. “The Cosmos Rocks” è essenzialmente un album hard-rock. Non quello figlio degli anni ’70 marchio di fabbrica dei primi Queen però, bensì percorso da venature ancora più risalenti, impiastricciato di blues (Still Burnin’) e soul (Call Me), entrambe prerogative canore di Rodgers. Gli unici elementi che in qualche modo ricordano le vecchie produzioni della band sono i cori di May e Taylor, quelli sì come ai vecchi tempi, e la chitarra del buon Brian: onnipresente in ogni traccia, persino esasperata a tratti, è la vera protagonista di “The Cosmos Rocks”, facendo comprendere come probabilmente il vero obiettivo di May fosse quello di dare libero sfogo a virtuosismi che altrimenti sarebbero rimasti celati fra le mura di casa sua. Un po’ troppo poco per giustificare l’incisione di un lavoro del genere ed in queste modalità. Ancora meno se i riff e le cavalcate di May poggiano su pezzi di livello molto basso, fra i quali solo qualche traccia, quelle più lente, le ballads (Small,We Believe, Some Things That Glitter), riescono ad avvicinare – seppure lontanamente – il repertorio classico di Mercury e soci. Non una parola, infine, sull’artwork dell’album, coi tre in secondo piano su sfondo di stelle cadenti. “The Cosmos Rocks” è un lavoro che sa tanto di riempitivo, di palliativo, di “hobby” per tre vetusti signori che soffrono l’inattività del pensionamento; non sono cattiverie gratuite queste, sono mere – e spiacevoli – constatazioni. Ma, c’è un ma. Togliendo virtualmente dalla copertina la parolina “Queen” e mettendone un’altra a caso, a scelta, magari “The Cosmos Rocks” non sarebbe comunque l’album del secolo (e neanche dell’anno o del mese), ma la figuraccia risulterebbe oltremodo ridimensionata. Perchè utilizzare quella ragione sociale allora? Mistero.
(2008, EMI)
01 Cosmos Rockin’
02 Time To Shine
03 Still Burnin’
04 Small
05 Warboys
06 We Believe
07 Call Me
08 Voodoo
09 Some Things That Glitter
10 C-lebrity
11 Through The Night
12 Say It’s Not True
13 Surf’s Up… School’s Out!
14 Small Reprise
A cura di Emanuele Brunetto