Un giorno, fra altri dieci, venti o trent’anni, avremo probabilmente una percezione ancor più chiara di adesso di cosa hanno rappresentato i Radiohead a cavallo fra i due millenni e di quanto OK Computer abbia, nel 1997, segnato un punto di svolta epocale tanto per la loro discografia quanto per la direzione presa da quel momento in poi dalla storia del rock, sovvertendo canoni compositivi e strumentali che sembravano intoccabili. Oggi questa percezione c’è già ma, nonostante i vent’anni sul groppone, non è ancora così trasversalmente riconosciuta come dovrebbe. Perché in fondo i dischi devono decantare bene per raggiungere un certo livello di assimilazione: nessuno pensava, nel momento in cui vennero pubblicati, che “The Velvet Underground & Nico”, “The Piper At The Gates Of Dawn” o “Unknown Pleasures”, giusto per citare i primi tre masterpiece che ci vengono in mente, avrebbero rivestito il ruolo che storicamente hanno poi avuto. Ecco, non volendo fare paragoni scomodi, sebbene calzanti, nel caso del terzo album dei Radiohead ci troviamo proprio in una situazione analoga, al netto delle differenze sociali, culturali e tecnologiche di riferimento.
È per questo che un’operazione come quella di OKNOTOK, ristampa deluxe del disco realizzata proprio per celebrarne il ventennale, non è un semplice modo per lucrare sul catalogo, assecondare vecchi fan e raccattarne in giro dei nuovi: non pensiamo che i Radiohead avessero bisogno di ciò, la loro è tutt’altro che una parabola in fase discendente e sono tutto fuorché una band in crisi creativa, come hanno dimostrato con l’ultimo “A Moon Shaped Pool” dello scorso anno e con il relativo tour a supporto. Pensiamo piuttosto che Thom Yorke e soci, magari con un po’ di sana presunzione, abbiano riconosciuto ciò che gli spetta e deciso di regalarci una sorta di approfondimento sul periodo che diede i natali al disco, sottolineando l’enorme lavoro di ricerca dietro la sua realizzazione, andato ben oltre la tracklist definitiva dell’edizione originale.
Originale che è stato rimasterizzato per l’occasione e su cui soffermarsi sarebbe ridondante: spiegare oggi Airbag, Paranoid Android, Exit Music (For A Film), Karma Police o No Surprises, il senso di straniamento di quegli inserti elettronici, la destrutturazione delle regole seguite fino a quel momento, le parole indolenti biascicate da Yorke, non andrebbe oltre il copia/incolla di una pagina Wikipedia. Così l’attenzione va dritta al secondo disco di “OKNOTOK”: otto tracce su undici altro non sono che le b-side dei singoli pubblicati ai tempi, anch’esse tirate a lucido. Non ognuna avrebbe meritato il palcoscenico principale ed infatti così non è stato, alcune (vedi Lull o Melatonin) avrebbero avuto bisogno di uno svolgimento ulteriore, ma è considerandole nell’impianto complessivo di “OK Computer” che convincono come parte di un unico paesaggio sonoro, intermezzi narrativi di una band in stato di grazia.
A completare il disco – e stava quasi tutta qui l’attesa dei fan – ci sono poi tre inediti: I Promise, Man Of War e Lift, pezzi già noti perché eseguiti dal vivo in passato ma mai finiti su alcuna pubblicazione ufficiale nella loro versione in studio. Tre intensissime ballad che non avrebbero sfigurato nella tracklist principale, magari escluse perché troppo simili fra loro e a Let Down e Lucky in quanto a mood. Ma almeno per Lift, con la sua meravigliosa melodia, i Radiohead lo spazio avrebbero dovuto e potuto trovarlo. Un capriccio, il nostro, che in quel 1997 immaginiamo sia costato parecchie ore di sonno a Yorke, Greenwood 1, Greenwood 2, O’Brien e Selway.
Sono dunque questi soli tre inediti a fare la differenza? No, a farla è il poter avere ventitré tracce anziché dodici, tutte insieme e in sequenza, un quadro dipinto con oltre un’ora e mezza di paranoia da immenso millennium bug dell’umanità. La mannaia selettiva dei Radiohead (leggasi: superba perizia nell’imbastire la tracklist e nel favorire l’alternanza delle atmosfere) ci aveva privato di tutto ciò, ma oggi i cinque c’hanno brillantemente “messo una pezza” e non possiamo che essergliene grati.
(2017, XL)
– Disc 1 –
01 Airbag
02 Paranoid Android
03 Subterranean Homesick Alien
04 Exit Music (For A Film)
05 Let Down
06 Karma Police
07 Fitter Happier
08 Electioneering
09 Climbing Up The Walls
10 No Surprises
11 Lucky
12 The Tourist
– Disc 2 –
01 I Promise
02 Man Of War
03 Lift
04 Lull
05 Meeting In The Aisle
06 Melatonin
07 A Reminder
08 Polyethylene (Parts 1 & 2)
09 Pearly
10 Palo Alto
11 How I Made Millions
IN BREVE: 5/5