Cosa me ne faccio della musica spensierata quando dalle casse dello stereo si propagano disagio e nubi gravi e malvagità strisciante e stridori sinistri? Quando la mente s’immerge in un ambiente sonoro straniante e ogni immagine si deforma e tramuta in profonda riflessione? Giusto: niente. E’ per questo che aborrirò da qui alla fine dei miei giorni la musichetta usa&getta-indie&frangetta tipica delle mode internettiane, ma anche quelle precedenti di Mtv-iana memoria e persino quelle postume di-chissà-quale-etimo, di insulse mode. Ho giustappunto trovato nei Raime il siero antimerda che cercavo. Duo inglese che giunge finalmente al debutto su lunga distanza, dopo un filotto di tre ep, con Quarter Turns Over A Living Line. Un monolite fluido, un paradosso sonico micidiale che coniuga efferatezza psicologica e bordoni in continua diluizione che ammantano di placida inquietudine l’intero tragitto. Flussi post-industriali, aloni spettrali che appaiono e scompaiono, la lunga ed estenuante attesa di una catastrofe perennemente in arrivo ma che mai giunge prende qui forma. I due londinesi sono adepti del verbo di Lustmord, ma si distaccano dal sacerdote americano solo per una piccola deficienza di malvagità. Raggiungere quei luciferini livelli è impresa ardua anche al più incallito e maledetto dei seguaci di Satana. Il picco qualitativo dell’intera opera è raggiunto con The Last Foundry e Soil And Colts che celebrano il funerale della trip hop soffocata tra le spire di un anaconda. I rintocchi aciduli alla Aphex Twin sostengono malformazioni fisionomiche lontane parenti dello Squarepusher di “Ultravisitor” in The Walker In Blast And Bottle; Your Cast Will Tire è solenne come lo furono gli SPK di “Zamia Lehmanni”, il suo climax timido ghermisce l’anima trasportandola verso angoli bui e senza via di fuga. “Quarter Turns Over A Living Line” è irrorato da una vena cinematografica corposa e si agita tra tribalismi accennati (Exist In The Repeat Of Practice) e albe soffocate dalla nebbia (The Dimming Of Road And Rights). Quello affrescato dai Raime è uno scenario che non contempla l’esistenza dell’umana specie, che ne ha quasi il rigetto, che rinnega ogni speranza e getta l’intero pianeta in uno sconforto e una solitudine di portata intergalattica. Gorgoglii di pura angoscia emergono dagli abissi.
(2012, Blackest Ever Black)
01 Passed Over Trail
02 The Last Foundry
03 Soil And Colts
04 Exist In The Repeat Of Practice
05 The Walker In Blast And Bottle
06 Your Cast Will Tire
07 The Dimming Of Road And Rights
A cura di Marco Giarratana