Qualcuno potrà anche storcere il naso, ma la verità è che i Red Hot Chili Peppers degli anni zero non hanno pubblicato nulla di realmente convincente. Bloccatisi al ’99 col pluripremiato e iperosannato “Californication”, con “By The Way” (2002) e, soprattutto, “Stadium Arcadium” (2006) il livello era sceso sensibilmente, invischiando la band in un circolo vizioso di autocompiacimento e sfrenato inseguimento del dollaro. A cinque anni dall’ambizioso (e presuntuoso) doppio del 2006, arriva adesso questo I’m With You. La lunga attesa e il fatto che gli stessi RHCP avessero annunciato una sorta di “pausa di riflessione”, hanno evidentemente contribuito a far salire la tensione tra i fan, pronti a segnarne la data d’uscita in rosso sul calendario. Il risultato, per nostra e loro sfortuna, è la stessa solfa moltiplicata esponenzialmente (e per rendersene conto basterebbe puntare l’attenzione su un brano come Look Around, che potrebbe esser stato estratto da qualsiasi altro album della band a scelta). Nonostante una storica modifica nella line-up con l’abbandono da parte di John Frusciante, sostituito da Josh Klinghoffer (già collaboratore dei RHCP ma neanche minimamente paragonabile al buon John), la produzione è affidata sempre al guru del nu-metal Rick Rubin (sodalizio, questo, attivo fin dal ’91 con “Blood Sugar Sex Magik”), ed è anche per questo che di azzardi o quantomeno di piccole virate non c’è neanche l’ombra. Il solito maniacale protagonismo del basso di Flea, il solito funky che i Red Hot Chili Peppers sanno ben traghettare nelle trame del loro crossover, il solito cantato strascicato, indolente e ricco di vocali di Kiedis che non cambia di una virgola qualsiasi sia il tenore del brano oggetto di interpretazione. E non bastano le venature latinoamericane di Did I Let You Know o la delicatezza di Police Station (uno tra i pochissimi episodi degni di nota) a risollevarne le sorti. Insomma, davvero tutto al solito. E quindi, al solito, “I’m With You” venderà circa un miliardo di copie, il tour a supporto dell’album registrerà il sold out dappertutto e le recensioni entusiastiche si sprecheranno ovunque, compresi Playboy e Topolino. Mentre una delle poche cose che non andavano modificate, ovvero la chitarra di Frusciante, l’unico in grado di addizionare un po’ di gas al prodotto, è stata rimpiazzata. Lavoro per i fedelissimi col salame sugli occhi, gli altri rivolgano le loro attenzioni altrove perché di “I’m With You” non avrebbero che farsene.
(2011, Warner)
01 Monarchy Of Roses
02 Factory Of Faith
03 Brendan’s Death Song
04 Ethiopia
05 Annie Wants A Baby
06 Look Around
07 The Adventures Of Rain Dance Maggie
08 Did I Let You Know
09 Goodbye Hooray
10 Happiness Loves Company
11 Police Station
12 Even You Brutus?
13 Meet Me At The Corner
14 Dance, Dance, Dance
A cura di Emanuele Brunetto