Poi arriva Riccardo Sinigallia. E tiene la solita masterclass su come è possibile fare un cantautorato onestamente pop senza essere ridicolmente radiofonici. E dire che pure lui, come molti di quegli altri, è romano: così romano da intitolare quest’album addirittura Ciao cuore, tipico saluto/sberleffo dell’Urbe. Sarà una questione generazionale? Sarà così? O è solo onestà intellettuale, solo il piacere di essere fedeli a se stessi? – come scrive il songwriter in Backliner: “Comunque fuori moda, mentre un’altra notte vola”.
A quattro primavere da “Per tutti”, il quarto album di Sinigallia è migliore del suo pur buonissimo predecessore: praticamente perfetto nella successione dei suoi primi brani, con So delle cose che so e Niente mi fa come mi fai tu che sembrano uscite direttamente da quel capolavoro che è “Incontri a metà strada”. Forse ecco l’unico, vero difetto dell’opera: questo avvio così luccicante costretto a risplendere in modo diverso nel suo comunque assolutamente riuscito incedere.
Se, infatti, Bella quando vuoi e la title track portano un indiscutibile e graditissimo marchio di fabbrica, l’altro pezzo semplicemente epico del lotto giunge quasi sul calar del sipario: Che male c’è. Difficile, dopo il suo battistiano inciso (“[…] troppo tardi per salvarmi, troppo presto per morire”) andare avanti per un passo ancora, che ad ogni modo arriva e non sfigura (A cuor leggero).
Nessuna prova della maturità per Riccardo, nessuna conferma: era già maturo all’esordio e non c’era alcun dubbio di sorta sul suo talento, sulla sua classe innata, sulla grazia della sua scrittura. Fosse davvero possibile portarne altri a lezione da lui, la raccolta differenziata dell’immondizia discografica italiana sarebbe smaltibile con maggiore facilità.
(2018, Sugar)
01 So delle cose che so
02 Niente mi fa come mi fai tu
03 Bella quando vuoi
04 Backliner
05 Le donne di destra
06 Ciao cuore
07 Dudù
08 Che male c’è
09 A cuor leggero
IN BREVE: 3,5/5