Puntuali, ogni due anni sempre presenti con un nuovo lavoro alle porte dell’estate, sono tornati i Rolling Blackouts Coastal Fever con il loro terzo album in studio Endless Rooms, prima autoproduzione della band australiana supportata dall’amico di lunga data Matt Duffy, e Scott Horscroft (DMA’s, Silverchair, Last Dinosaurs) al mixaggio. Grande protagonista dal punto di vista strumentale è, come al solito, il terzetto chitarristico, Fran Keaney, Tom Russo e Joe White, che si alterna al microfono, ma l’aspetto è quello di un disco maggiormente corale e dai toni sottilmente più scuri del suo predecessore, “Sideways To New Italy” (2020), frutto probabilmente dei repentini cambi di routine dovuti ai vari lockdown che hanno condotto il quintetto ad alternare sessioni autonome e primi scambi di idee online, a lunghe jam in una casa di campagna appartenente ai fratelli Russo.
Il gruppo ci apre le porte della sua dimora nell’intro minimale Pearl Like You, anticamera dei validi riff concentrici e degli accennati spoken word di Tidal River, che strizza vagamente l’occhio all’odierna corrente post punk meno cupa di Yard Act, English Teacher e affini, e dei ritmi incalzanti di The Way It Shatters, entrambi brani dai risvolti politici. Rallenta il passo Caught Low, scandita principalmente dal battimani e pochi rintocchi di batteria, per poi accelerare nuovamente con le sensazioni di inquietudine e claustrofobia celate in My Echo.
Tra le tracce dalle melodie più interessanti figurano anche Dive Deep, caratterizzata da buoni arpeggi di chitarra e arie soul, e Vanishing Dots, che nelle sue agili trame nasconde qualche richiamo smithsiano, oltre ad un testo abbastanza malinconico. Si susseguono i cori e i dettagli folk della breve Open Up Your Window, la placida coda elettrica di Blue Eye Lake, gli echi lontani di Saw You At The Eastern Beach, lasciando infine la chiusura alle atmosfere eteree e scarne di Endless Rooms e a quelle più cristalline di Bounce Off The Bottom.
I Rolling Blackouts C.F. si riconfermano un’ottima macchina armonica e ben oliata in grado di riproporre melodie tra indie rock e jangle pop di qualità, e le cui liriche non sono da sottovalutare e trascurare focalizzandosi solo sulle sonorità leggere dei brani. “Endless Rooms” non è il disco consacratorio e decisivo che molti si aspettavano, ma è in continuità con il percorso intrapreso dal gruppo, che tenta qualche piccola sperimentazione, dando un maggiore spazio ad alcuni passaggi strumentali. Un po’ di audacia in più avrebbe potuto ripagarli adeguatamente.
(2022, Sub Pop)
01 Pearl Like You
02 Tidal River
03 The Way It Shatters
04 Caught Low
05 My Echo
06 Dive Deep
07 Open Up Your Window
08 Blue Eye Lake
09 Saw You At The Eastern Beach
10 Vanishing Dots
11 Endless Rooms
12 Bounce Off The Bottom
IN BREVE: 3,5/5