I Run The Jewels sono un duo hip-hop formato dai rapper Killer Mike e Jaime Meline in arte EI-P (quest’ultimo anche produttore e beatmaker), destinati ad entrare con il loro ultimo lavoro Run The Jewels 2 nel novero dei migliori artisti hip-hop dell’ultima decade.
Killer Mike è un ragazzone nero di Atlanta che ai tempi del college incontra Big Boi degli Outkast, una delle più influenti figure hip-hop degli anni ’90, con il quale Mike collaborerà per l’album “Stankonia” (2000), cosa che contribuirà alla crescita artistica ed allo sviluppo di quel “south flavour” facilmente riconoscibile nella rappata di Killer Mike. Il socio EI-P ha un background differente: figlio di un pianista jazz, il piccolo Jaime capisce fin da subito che la scuola non fa per lui e decide di abbandonarla per intraprendere la carriera musicale, iniziando a fare gavetta e venendo strettamente a contatto con la cultura hip-hop di quella New York City in cui spiccavano artisti del calibro di Kurtis Blow, LL Cool J e Run DMC.
Con questi trascorsi artistici alle spalle non poteva che venir fuori un duo esplosivo in grado di miscelare al meglio elementi East Coast e sudisti, la cui fusione riesce a dar vita ad un disco dalle indubbie qualità che forse riuscirà ad influenzare notevolmente le generazioni future dell’hip-hop made in U.S.A. e transoceanico.
Il disco è pervaso da una linea “oscura”, onnipresente per tutta la sua durata, che si snoda tra diverse nervature, ognuna adibita a trattare un diverso tema riguardante principalmente la vita dei ghetti, con tematiche di assoluta rilevanza sociologica quali la droga, la lotta tra gang rivali e la denuncia sociale a quell’establishment a stelle e strisce che continua a rimanere inerme dinnanzi alle scene di quotidiana violenza consumate nei quartieri più poveri delle capitali americane.
Il tutto contornato dalla prepotenza dei beat di EI-P, producer capace di riuscire a mantenere sempre alta la tensione sonora attraverso il non-uso della melodia, ma soprattutto facendo ricorso a temi “mononota” sui quali lo stesso EI-P e l’abile Killer Mike sfogano la loro rabbia con rappate incazzate e dal gusto prettamente inquietante.
Non c’è spazio per la tranquillità in un ambiente dove è quasi impossibile persino dormire a causa del continuo sopraggiungere di sirene o di colpi di pistola sparati nelle guerre di strada tra membri delle varie gang. E l’impatto sonoro voluto da EI-P è proprio finalizzato a ricreare queste immagini nella mente dell’ascoltatore, catapultato quasi inaspettatamente nel bel mezzo della scena. Il producer newyorkese è geniale in questo, basti pensare al campionamento di suoni simbolo della vita di strada, inseriti all’interno di pezzi quali Blockbuster Night Part 1 nel quale l’hi-hat della drum machine è lo “shakeramento” di una bomboletta per graffiti, oppure l’utilizzo di loop quali il bubolare di gufi notturni in Oh My Darling Don’t Cry che contribuiscono a mantenere sempre altissima la tensione emotiva.
Le origini di EI-P sono rivendicate in Close Your Eyes (And Count To Fuck), dove è lo stesso beatmaker a ribadire che “I’m a New Yorkian, I fuck for the jump / I wear my Yankee so tilted I actually walk with a hunch”: il pezzo è una vera bomba che vede la partecipazione in grandissimo spolvero del sempreverde Zack De La Rocha, le cui rime vengono scandite da kick devastanti più o meno quanto quelli di All Due Respect, che vede invece Travis Barker alla batteria destreggiarsi tra sintetizzatori esasperati e chitarre dallo spropositato livello di gain.
Lo spazio per un’apertura melodica, seppur minima, viene riservato esclusivamente al ritornello del singolo Early, pezzo tra l’altro eseguito nello show televisivo di David Letterman, a testimonianza che l’intenzione del duo è anche quella di arrivare a calcare il mainstream più ardito e difficile da raggiungere per band hip-hop della loro coriacea connotazione uditiva.
I Run The Jewels sono dei predestinati e lo si evinceva anche dal loro precedente disco, ma con questo lavoro hanno posto delle basi solide per affermarsi prepotentemente in una scena hip-hop mondiale molto spesso deturpata da un’accentuata e diffusa decadenza artistica, facendo impallidire con la loro immediatezza e schiettezza comunicativa i propri competitors, che sicuramente avranno un motivo in più per accendere le proprie invidie.
(2014, Mass Appeal)
01 Jeopardy
02 Oh My Darling Don’t Cry
03 Blockbuster Night Part 1
04 Close Your Eyes (And Count to Fuck) – feat. Zack De La Rocha
05 All My Life
06 Lie, Cheat, Steal
07 Early – feat. Boots
08 All Due Respect – feat. Travis Barker
09 Love Again (Akinyele Back) – feat. Gangsta Boo
10 Crown – feat. Diane Coffee
11 Angel Duster
IN BREVE: 4,5/5