Parabolabandit è un mucchietto di tracce che partono dal dream pop dal sapore vintage (in orbita Beach House) di Another World Around Me e Cassius per scendere poi giù lungo tutto il crinale sintetico: ci si perde nei loop di Punta Otok, nella tensione di Where Am I?, nel piglio hip hop di Kill The Robber, nel valzerino robotico di Sissi, persino nell’acustica eterea della conclusiva Brilliant One, con una varietà di atmosfere e variabili in gioco che consentono a ogni passaggio di farsi imprescindibile per l’ascolto.
La voce di Leila, tutt’altro che elemento marginale del progetto Sequoyah Tiger, è narrazione non soltanto per le parole effettivamente pronunciate, ma anche e soprattutto per l’utilizzo che ne viene fatto, una sorta di strumento aggiunto che sottolinea l’inquietudine, l’ansia, il disorientamento, i contrasti, le discese e poi le risalite umorali.
C’è tanta carne sul fuoco in “Parabolabandit”, picchi shoegaze e rallentamenti r’n’b, tracce industriali e un gel densissimo che avvolge il tutto, dando vita a un disco che ha un respiro internazionale per concezione e realizzazione. E sono profili come quello di Sequoyah Tiger a farci credere che in fondo, se solo lo si volesse con più convinzione, anche l’Italia potrebbe giocarsela alla pari con inglesi e nordeuropei in quanto a modernità.
(2017, Morr)
01 Another World Around Me
02 Punta Otok
03 Where Am I?
04 Kill The Robber
05 Sissi
06 A Place Where People Disappear
07 Cassius
08 Lemur Catta
09 Brother/Brother (feat. Black Fanfare)
10 Brilliant One
IN BREVE: 4/5