Che, per chiudere immediatamente i raffronti, fa sorgere spontaneo anche l’accostamento con un’altra compagine quando alla voce c’era lui: Miro Sassolini. Quei Diaframma – quelli appunto di “Siberia” – sono in realtà l’immediato contraltare del quartetto qui protagonista, nonostante il riferimento dichiarato alla base del nome scelto sia il romanzo dello scrittore Nicolai Lilin, “Educazione Siberiana”. Beneficio, ci si permetta, del dubbio.
Secondo album, seconda ottima prova comunque: in crescendo, in divenendo, in definendo. Ad ascoltare il gruppo toscano si grida quasi al miracolo: stesso discorso, ma qui condito da una migliore produzione e maggiori consapevolezza e maturità sonore, fatto per i milanesi d’adozione unoauno. Sarebbe a dire: musica che ruba, sì, ma dai migliori esempi nostrani e non – piuttosto che dalla feccia in voga. Cuore di rovo riscalda alla temperatura di “When We Were Young” dei Whipping Boy, Yamamoto e Strangers In The Field Of Love tradiscono la migliore scuola wave revival (vedi: Interpol, Editors, White Lies), Ginevra sarebbe un pezzo da novanta nella discografia dei Decibel.
Con la buonissima Epica del dolore, tuttavia, comincia la parabola leggermente discendete della raccolta. Chiusi nell’hotel è il brano più dimenticabile in assoluto, Tramonto per sempre e la fintamente thegiornalistiana Ritornerà l’estate chiudono l’LP in modo onesto ma non brillante come la prima parte. Contraddistinto da una maggiore e corposa presenza di sintetizzatori a paragone del più ruvido esordio, “In un sogno è la mia Patria”, l’opera numero due dei Siberia (cui altri componenti sono Luca Pascual Mele, Cristiano Sbolci Tortoli e Matteo D’Angelo) consegna una formazione in stato di grazia, con tutte le carte in regola (parafrasando l’altro concittadino Piero Ciampi) per essere una band distinta e distante dall’andazzo generale della matrice d’appartenenza menzionata ad inizio articolo: il (nuovo) pop (italiano).
Speriamo non si lascino sedurre dal lato oscuro del facile successo, che la darkwave non diventi synthpop e che al prossimo giro i bellissimi videoclip di BENDO non vengano rimpiazzati da tette e culi sulla spiaggia di una famosa località balneare nazionale. Sarebbe un tradimento già compiuto.
(2018, Maciste Dischi)
01 Nuovo pop italiano
02 Cuore di rovo
03 Yamamoto
04 Strangers In The Field Of Love
05 Ginevra
06 Epica del dolore
07 Chiusi nell’hotel
08 Tramonto per sempre
09 Ritornerà l’estate
IN BREVE: 3,5/5