Ci sono band che qualsiasi cosa facciano assume contorni sfumati, di quelle sfumature che si fondono con la realtà circostante fino a rendere indistinguibili i confini fra la loro e la nostra dimensione. Gli australiani Sodastream fanno parte di questa categoria, tanto per i dischi di pop folk a tinte pastello, quanto per i live dall’andamento impalpabile, sospeso.
E anche per il modo in cui erano scomparsi dai nostri radar, esattamente dieci anni fa, all’indomani della pubblicazione di “Reservations”. Un’uscita di scena anch’essa sfumata: una pausa di riflessione? Una rottura definitiva? Un addio? Non è mai stato troppo chiaro cosa Karl Smith e Pete Cohen avessero in mente, si sono semplicemente dissolti, evaporati, facendo quasi svanire il loro ricordo. Perché sfidiamo chiunque a dire di aver pensato più di una volta, in quest’ultimo decennio, a che fine avessero fatto i due. Bene, adesso sappiamo che si trattava di un arrivederci.
Questo loro quinto album, Little By Little, è un come back che con dieci anni di altra musica fatta da altri nel mezzo suona tanto come un marchio di fabbrica, uno stampo originale che reclama la propria – mai davvero riconosciuta prima – piccola importanza di genere. Non fanno nulla di nuovo questi Sodastream del 2017, ed è proprio questo il punto: ripartono esattamente da dove avevano lasciato, dagli arpeggi basici su cui costruiscono i loro brani (Colouring Iris), da quel sapore bucolico da contadino in città che gli appartiene da sempre (vedi il quasi country di Habits).
L’unica aggiunta è un certo piglio rock che viene fuori in svariati momenti (soprattutto in Tyre Iron), ma per il resto ciascuna delle dieci tracce che compongono il disco potrebbero tranquillamente essere state pescate dalle session di “The Hill For Company” (2001) o “A Minor Revival” (2003), i due album su cui i Sodastream avevano costruito il loro appassionatissimo seppur non troppo numeroso seguito. Per chi li aveva seguiti a inizio millennio “Little By Little” è un nostalgico tuffo nel passato, per tutti gli altri un ottimo modo per scoprire l’apprezzabilissima discografia del duo.
(2017, Autoprodotto)
01 Colouring Iris
02 Habits
03 Three Sins
04 Letting Go
05 Grey Waves
06 Moving
07 Walking Bones
08 Tyre Iron
09 On The Stage
10 Saturday’s Ash
IN BREVE: 3,5/5