Niente di nuovo sotto al sole dei Sophia in questo There Are No Goodbyes. Anzi, niente di nuovo nei cieli di Robin Proper-Sheppard con il solito sole opaco e debole. La storia del musicista californiano è stranota oramai: crea i Sophia dopo che il suo migliore amico muore stroncato da un tumore, così si chiude in una depressione e abbandona la musica. Poi però, trasforma quella tristezza in musica. Una musica che gocciola melanconie, languore, chitarre acustiche e memoria. Pubblica cinque dischi che diventano un classico dell’indie tinteggiato di scuro. Fino ad oggi e a questo nuovo tassello che si intitola “non ci sono arrivederci”. Un disco “se è possibile ancora più dark degli altri”, come ha scritto Sheppard nelle poche righe di presentazione. E l’intero album pare un suo tentativo di rimanere avvinghiato alla vita, all’amore, agli istanti, anche se si parla di relazioni che dolorosamente finiscono e lasciano strascichi. Non ci sono impennate hard-core come quelle che avevano stranito nel precedente “Technology Won’t Save Us” e neanche certi intramezzi strumentali alimentati da improvvise vampate d’orgoglio; questo “There Are No Goodbyes”, invece, è un disco tutto cupo, tutto da finali struggenti, da fughe in macchina a fissare lo specchietto retrovisore, o di fronti appiccicate al vetro di un appartamento troppo vuoto (vedi copertina) con l’intento di avvitarsi di pensieri. Lui, Robin, dice di soffrire ancora all’ascolto di canzoni come Leaving, Dreaming (“mi hai tenuto stretto dicendomi che sentivi il tormento dentro di me, hai toccato il mio petto per vedere se ancora respiravo, ma io stavo solo dormendo”), Something. Brani struggenti, condotti dalla chitarra acustica di Sheppard e da pochissimi altri suoni (qualche tocco di piano, leggera batteria, violino). Un’anima acustica che trionfa ancora di più se ci si riesce a procurare la “limited edition” del disco in cui è contenuto un secondo cd con la “The Valentine’s Day Session”: registrazione live del concerto di Vienna dello scorso febbraio in cui la musica dei Sophia è accarezzata da un quartetto d’archi. Una dimensione, quella acustica e sinfonica, che calza a pennello per pezzi del nuovo disco come Heartache e Signs ma anche per classici del repertorio Sophia come “If Only”, “Where Are You Now”, “If I Left You”. No, non c’è nulla di nuovo nel sole di Sheppard, è ancora una volta pallido, debole. Ancora una volta gocciolante, disperato. A noi però piace cosi.
Nota: La voce femminile che fa da contraltare in “Something” è della songwriter scozzese Astrid Williamson.
(2009, City Slang)
01 There Are No Goodbyes
02 A Last Dance (To Sad Eyes)
03 Storm Clouds
04 Dreaming
05 Obvious
06 Something
07 Signs
08 Heartache
09 Leaving
10 Portugal
– Limited Edition Bonus CD –
01 The Sea (Live in Vienna)
02 So Slow (Live in Vienna)
03 If Only (Live in Vienna)
04 Where Are You Now (Live in Vienna)
05 Birds (Live in Vienna)
06 Lost (Live in Vienna)
07 Oh My Love (Live in Vienna)
08 Pace (Live in Vienna)
09 Bastards (Live in Vienna)
10 Heartache (Live in Vienna)
11 Last Night I Had A Dream (Live in Vienna)
12 Razorblades (Live in Vienna)
13 I Left You (Live in Vienna)
14 Signs (Live in Vienna)
A cura di Riccardo Marra