Con i Suede non c’eravamo lasciati proprio benissimo. Nel 2002 “A New Morning” scrisse la parola fine in calce alla discografia della band, non soltanto perché ultimo tassello prima della “pausa di riflessione” ma anche e soprattutto perché pesantissimo macigno sulla loro ispirazione, lontano anni luce da quelle piccole gemme pop pubblicate nel corso degli anni ’90 dai Suede. Di lì in poi la carriera solista di Brett Anderson e qualche altro lavoro tutt’altro che memorabile (salvo episodi isolati), in perfetta linea con la parabola discendente intrapresa dalla casa madre. Poi nel 2010 la reunion per una serie di live e adesso questo ritorno in grande stile con Bloodsports, in un’annata che ha già regalato – e regalerà ancora – illustri ricomparse. I Suede targati 2013 mettono in piedi un album sostanzialmente suddiviso in due blocchi.
Il primo, in cui rientrano le prime cinque tracce, decisamente più movimentato: l’opener Barriers, con quella batteria marziale e la voce fresca di Anderson a chiarire fin dall’incipit come i Suede siano nuovamente in pista. It Starts And Ends With You, singolo di lancio più che azzeccato, fornito del giusto refrain, della giusta somiglianza alle vecchie hit della band e della giusta dose di zucchero. Poi il binomio Snowblind / Sabotage, entrambi brani dalla forte ispirazione new wave, più orientata a tonalità scure la prima, più liquida e melensa (il che non deve avere necessariamente accezione negativa) la seconda. E infine Hit Me, uno dei pezzi forti di “Bloodsports”, candidato a singolo con quei “come on and hit me” e quei “la la la” che ti si stampano in testa all’istante.
La seconda parte virtuale dell’album, invece, comincia al giro di boa ed è fatta di ballatone come For The Strangers, più indolente del solito e con un buon giro di chitarra ad accompagnare il ritornello. O come What Are You Not Telling Me?, brano tra i più intensi dell’album, fondato quasi interamente sulla prova vocale di Anderson. Sulla stessa lunghezza d’onda si stagliano anche Always e la conclusiva Faultlines, mentre citiamo per ultima Sometimes I Feel I’ll Float Away perchè è questa la traccia più debole, un po’ carente nei punti di forza del resto del lavoro (ovvero la voce e la melodia). Ma è, questo, un peccato veniale che non inficia il ritorno dei Suede. Un ritorno che, come si diceva in apertura, è davvero in grande stile, da prendere e tenere in costante filodiffusione nelle vite di tanti altri inglesotti che nel nuovo millennio hanno provato ad emulare un sound vecchio un bel po’ di anni. Che apparteneva invece ai Suede e gli appartiene ancora.
(2013, Warner)
01 Barriers
02 Snowblind
03 It Starts And Ends With You
04 Sabotage
05 For The Strangers
06 Hit Me
07 Sometimes I Feel I’ll Float Away
08 What Are You Not Telling Me?
09 Always
10 Faultlines