Essere fan dei Sunn O))) è un po’ come far parte di una setta. Il duo americano infatti da quasi vent’anni attira a sé, proprio come nelle forme più recondite di culto religioso, una schiera quasi occulta di seguaci idolatranti sia nel bene che nel male. Si parla molto dei Sunn O))), e se ne parla spesso con quella deferenza che solo i più grandi meritano, quella stima e quel rispetto che sono dovuti a chi ha fatto qualcosa di grande e necessario. E loro, Greg Anderson e Stephen O’Malley, un posticino nella storia se lo sono ricavati come gli ideatori di quella che è ancora definibile come la forma più estrema di musica. Il drone doom è bestia strana e rara, adatta a pochi e da pochi praticata. Doom metal, ambient, noise e avanguardia in un calderone riscaldato da un fuoco freddo come il metallo. Più concetto che musica, più sensazione che emozione. Prima di tutti furono gli Earth con una forma ancora molto rock, ma è con i Sunn O))) che il genere si slega da quanto era anche solo lontanamente concepibile per modellare una struttura che sovente struttura non ha, una musica che spesso musica non è. Dischi iconici e fondamentali, bellissimi nella loro forzata rottura delle regole e superamento degli standard ma anche tremendamente complicati da approcciare e ancor più comprendere se non al costo di volgere le proprie orecchie, ma ancor più la mente, a orizzonti tendenti l’infinito.
Il precedente “Kannon” (2015) è stato forse il primo lavoro a non ricevere il 100% delle lodi da parte di critica e fan base. Sebbene non fosse assolutamente un platter statico, mancava in alcuni passaggi di quella capacità di colpire le più profonde sinapsi del nostro cervello come faceva, con merito, un “Monoliths And Dimensions” (2009). Parlare di evoluzione è sempre stato complicato in un contesto simile, ma è indubbio che l’inclusione di alcuni elementi elettronici piuttosto che peculiarità proprie del black metal abbiano condito l’essenza di questo duo lungo il corso degli anni.
A modo suo, Life Metal porta uno sviluppo contrastante con il più recente passato. Non che il disco si privi di elementi di contorno prettamente atmosferici, come l’organo presente in Troubled Air, ma il loro apporto perde di rilevanza a favore di un dominio dal carattere chitarristico. Novae, closer di questo “Life Metal” e senza ombra di dubbio il suo picco compositivo, è piena espressione di questa tendenza e viene presentata in una forma quasi accessibile, attraverso un riff che a tratti pare assumere una struttura ritmica. Non c’è forse album più lento e tombale nella loro discografia, così come non c’è lavoro più grezzo e spoglio se non il primo “ØØ Void” (2000). I quattro brani che compongono questa uscita sono colossi dall’indole aspra e dall’aspetto primitivo, monoliti che rifuggono un concetto di progresso per generare nell’ascoltatore un ventaglio di sensazioni primordiali. Lentissimo, soffocante, spoglio ma anche maledettamente affascinante.
“Life Metal” è un’ulteriore conferma di come i Sunn O))) non abbiano intenzione di mollare il colpo e livellare quello che è un percorso musicale mantenuto sempre su vette elevatissime. In un anno, il 2019, in cui il drone pare rivivere il fermento di metà anni 2000 (ormai prossime sono le nuove uscite di Earth e BIG|BRAVE), i Sunn O))) annunciano un’ulteriore fatica prevista per l’estate (“Pyroclasts”) e con l’attuale “Life Metal” rinnovano con convinzione il proprio, personalissimo, concetto di arte.
(2019, Southern Lord)
01 Between Sleipnir’s Breaths
02 Troubled Air
03 Aurora
04 Novae
IN BREVE: 3,5/5