Da Palm Beach in Florida riecco il surfer/noise-pop “marinaro” dei Surfer Blood con 1000 Palms che – ma chissà come mai – risulta all’ascolto sempre ben conservato, senza una ruga e tonico al pari di una bella granita al limone, la colonna sonora ideale da tenere presente in vacanza o in una qualsiasi altra “non complicazione della vita quotidiana”.
Undici brani da juke-box Aiwa che si imprimono facilmente nel cervello, motivetti, frames e ritornelli hook che di primo acchito paiono alienare, poi già al secondo giro di giostra si fanno lisciare finendo per essere parte integrante di un (ri)canticchiamento seriale e sovrappensiero come in Island, Point Of No Return e Dorian.
Un disco divertente e divertito dentro il quale il quintetto americano mischia elettricità, esistenzialismo ottimista, genuinità espressiva e tutto l’ammiccamento necessario per colonizzare futuri circuiti di massa, e dove anche – forti di questa formula stilistica – il fattore “indipendenza sonica” riesce a farsi largo all’ascolto, quel bel fuori omologazione che già dal primo disco – quel “Astro Coast” del 2010 – aveva dato segni di bello.
Lo sbattimento di Feast Famine, la ballatina ubriaca di Into Catacombs o il lo-fi che affitta spazio in NW Passage si assumono la responsabilità di anticipare il tutto, ai Surfer Blood di dare il resto. Da amare!
(2015, Joyful Noise / Fierce Panda)
01 Grand Inquisitor
02 Island
03 I Can’t Explain
04 Feast Famine
05 Point Of No Return
06 Sabre-Tooth And Bone
07 Covered Wagons
08 Dorian
09 Into Catacombs
10 Other Desert Cities
11 NW Passage
IN BREVE: 3/5