La musica dei Suuns, dopo il suo periodo di adesione senza definizione a varie correnti e vari stili musicali, pare finalmente essere stata scossa e la tensione e la sperimentazione che occupavano i dischi precedenti sembrano aver acquistato un fine. A due anni di distanza da “Hold/Still” (2016), i Suuns tornano con Felt, l’album più maturo della band canadese che, ancora una volta, mette al primo posto la musica che, sotto le loro mani, acquista forme nuove che difficilmente possiamo dire di aver sentite.
Gli undici brani seguono un climax ascendente che sembra trovare nell’introduzione dell’autotune (esclusa la prima arabeggiante Look No Further) e nella ricomparsa del sassofono (presente in maniera marginale nell’esordio “Zeroes QC” del 2010, protagonista in alcune tracce come in X-ALT che alterna con sapienza da alchimista spunti elettronici e intermezzi free jazz) il suo fil rouge.
La direzione, il vento di cui si parlava, è imposto dalle interessanti dinamiche di suono che, pur essendo asservite a stili musicali diversi, trovano una loro identità nelle atmosfere spaziali, aliene, create dal mélange di linee armoniche strumentali, ritmiche semplici ed essenziali (ad esempio la batteria di Watch You, Watch Me o Make It Real) e di ipnotici ricami ai synth (come in Baseline). I generi si mescolano, ma la capacità del gruppo di creare un ambiente familiare li lega e non crea un eccessivo smarrimento quando si passa dal frenetico caos di Daydream al rilassato uptempo di Peace And Love.
“Felt” è sicuramente l’album più riuscito dei Suuns che, seppur conservando un margine di miglioramento notevole, sembrano aver trovato una loro dimensione nella vertigine delle infinite possibilità che la musica offre ai loro strumenti.
(2018, Secretly Canadian)
01 Look No Further
02 X-ALT
03 Watch You, Watch Me
04 Baseline
05 After The Fall
06 Control
07 Make It Real
08 Daydream
09 Peace And Love
10 Moonbeams
11 Materials
IN BREVE: 3,5/5