Con “My Father Will Guide Up A Rope To The Sky” e il mostruoso “The Seer”, Michael Gira ha chiarito che gli Swans non sono tornati per aggirarsi frastornati e dinoccolati facendo la questua ai fan. C’è del puro fermento artistico in questo ritorno, c’è ancora del marcio da esplorare, ci sono sermoni da declamare senza che sprofondino nella verbosità più insignificante e autoreferenziale.
Così, se tre indizi fanno una prova, il terzo capitolo degli Swans Mark II è la sentenza definitiva che tutti noi inguaribili nostalgici e ormai orfani delle grandi band che hanno infiammato il rock sperimentale nello scorso decennio aspettavamo. To Be Kind è la prosecuzione delcammino intrapreso con “The Seer”, l’allontanamento assoluto da forme di composizione convenzionale per approdare a jam psichedeliche che amplificano la sensazione di dissoluzione spirituale che Gira e compagni intendono descrivere.
Anche in quest’occasione la lista degli ospiti è copiosa: ci sono gli archi di Julia Kent, le voci di Little Annie e St. Vincent, Bill Rieflin con diversi strumenti. Nonostante non ci siano “canzoni” vere e proprie, “To Be Kind” è meno dispersivo e più coeso di “The Seer”, a tratti persino più granitico e disperato.
Gira è lo sciamano che canta le visioni di un’agonia cosmica: l’omelia esemplare è la trance ultraterrena di Bring The Sun / Touissaint L’Ouverture e non solo per i suoi 34 minuti di durata. E’ un autentico mostro a tre teste che ingloba litanie cantilenanti, ascensioni purificatrici, caos infernale, divinazioni. Probabilmente incarna alla perfezione lo spirito dell’intero album, ma “To Be Kind” è molto di più. Regala infatti momenti di delicata bellezza con la prima parte di Kirsten Supine, torna indietro ai tempi di “Soundtracks For The Blind” nella title-track, rilegge lo schema di “The Seer Returns” nella cadenza accattivante di A Little God In My Hands, si concede accessi di rabbia incontenibile nella tarantolata Oxygen, asciuga i muscoli dell’hard-rock esponendone il fantasma anoressico con Screen Shot.
Le numerose digressioni strumentali fluttuano costantemente su un solo tema melodico, gli Swans giocano di addizione e sottrazione senza mai perdere nulla in intensità. Compatto e senza momenti di cedimento, “To Be Kind” risulta la prova migliore di Gira e soci dalla rinascita a oggi perché dona contorni ben definiti a questa nuova forma paradossale di rock estremo e astratto nel contempo. E, più in profondità, è il rigurgito sonoro che s’incastra in quella sezione di tempo che separa l’esistere dal non-esistere prima che deflagri la bomba nucleare che cancellerà ogni forma di vita.
(2014, Young God Records)
– DISC 1 –
01 Screen Shot
02 Just A Little Boy (For Chester Bunnett)
03 A Little God In My Hands
04 Bring The Sun / Toussaint L’Ouverture
05 Some Things We Do
– DISC 2 –
01 She Loves Us
02 Kirsten Supine
03 Oxygen
04 Nathalie Neal
05 To Be Kind
IN BREVE: 4/5