A volte non sono necessari chissà quanti album per meritarsi la palma di alfieri di un intero movimento, o per rappresentare al meglio una nuova realtà in continua evoluzione. Lo sanno benissimo quanti amarono nel 2001 l’esordio degli americani Telefon Tel Aviv con “Fahrenheit Fair Enough”, ed anche coloro che hanno gridato al capolavoro nel 2004, quando il duo di Chicago ha dato alle stampe “Map Of What Is Effortless”. Due lavori che, pur non presentando innovazioni estremamente significative, hanno segnato la storia della musica elettronica della prima decade del nuovo millennio. Decade conclusa – a chiusura del cerchio – con questo Immolate Yourself, uscito per la Bpitch Control a ben cinque anni di distanza dal suo predecessore. E’ cosa notoria come il pregio maggiore di Charles Cooper e Joshua Eustis sia sempre stato quello di saper mischiare abilmente le ore trascorse a smanettare sui propri laptop ad un’indole pop (o indie-pop se preferite) che li ha resi accessibili alle masse da dancefloor, e meno indigesti di tanti altri colleghi ben più “estremi”. E questo terzo capitolo a nome Telefon Tel Aviv non smentisce tutto ciò. I beat elettronici sono sempre il punto di partenza da cui comincia a sgorgare il fluido creativo del duo dell’Illinois, ma sono i “condimenti” a fare ovviamente la differenza. Come sempre vari e trasversali, i Telefon Tel Aviv accostano alle tanto care atmosfere electro-pop tutto un campionario di contaminazioni ed esperimenti che fanno di “Immolate Yourself” un vero e proprio manuale delle istruzioni per il genere. Ci sono venature post in alcuni intro ed outro (vedi l’opener The Birds), c’è un certo istinto dance di stampo New Order (come nel singolo Helen Of Troy), c’è la solita gamma di divagazioni synth-pop (Your Mouth, M, Stay Away From Being Maybe, You Are The Worst Thing In The World, ma in generale ogni traccia), e ci sono anche accenni ambient che coincidono coi picchi emozionali dell’album (Mostly Translucent su tutte). Non importa, poi, se i Telefon Tel Aviv del 2009 appaiono meno danzerecci rispetto al passato, perché comunque “Immolate Yourself” ha l’enorme merito di cristallizzare il talento di una coppia di artisti che ha contribuito enormemente all’avvicinamento fra esperienze così lontane fra loro.
Nota: “Immolate Yourself” rappresenterà l’ultimo capitolo della storia dei Telefon Tel Aviv. Il 22 Gennaio scorso, infatti, Charles Wesley Cooper è scomparso all’età di 31 anni. Le cause del decesso non sono state rese pubbliche, ed il ricordo del compagno venuto a mancare è stato affidato a Joshua Eustis, con un messaggio sulla pagina MySpace della band in cui lo stesso Eustis e la famiglia di Cooper hanno ringraziato tutti i fan ed i media, chiedendo al tempo stesso rispetto per la loro privacy in un momento così delicato.
(2009, Bpicth Control)
01 The Birds
02 Your Mouth
03 M
04 Helen Of Troy
05 Mostly Translucent
06 Stay Away From Being Maybe
07 I Made A Tree On The Wold
08 Your Every Idol
09 You Are The Worst Thing In The World
10 Immolate Yourself
A cura di Emanuele Brunetto