Solo che, con otto anni fra un disco e l’altro, tante pubblicazioni di mezzo e una crescita umana e artistica sensibile per due ragazzi ancora giovani, ci saremmo aspettati qualcosa di nuovo da questo loro secondo lavoro congiunto, se è vero com’è vero che un progetto parallelo dovrebbe per definizione essere evasione, sperimentazione, diversivo. Invece fra singoli che scimmiottano furbescamente il primo album (Aviation, Bad Habits) e i consueti rimandi ad atmosfere sixties (in cui Turner pare trovarsi sempre più a suo agio nelle vesti del crooner), gli unici passaggi che colpiscono sono la psichedelia appena accennata della title track e qualche altro spunto che però trova tanti omologhi nelle rispettive carriere.
In più – ed è questo l’aspetto che in fondo danneggia maggiormente l’album – qui viene meno quasi del tutto la sinergia fra i due protagonisti principali (con loro anche Zach Dawes al basso e James Ford alla batteria), Turner prende nettamente il sopravvento infarcendo le tracce di arcticmonkeysismi sparsi, Kane ne subisce la presenza fin quasi a scomparire e il disco si trasforma in un mostro a due teste piuttosto che nell’auspicato unicorno. “Everything You’ve Come To Expect”, così, finisce per essere un lavoro gradevole e nulla più, buono più che altro per supportare nuovi fighissimi servizi fotografici e una manciata di live.
(2016, Domino)
01 Aviation
02 Miracle Aligner
03 Dracula Teeth
04 Everything You’ve Come To Expect
05 The Element Of Surprise
06 Bad Habits
07 Sweet Dreams, TN
08 Used To Be My Girl
09 She Does The Woods
10 Pattern
11 The Dream Synopsis
12 The Bourne Identity
IN BREVE: 2,5/5