Legato in maniera imprescindibile alle radici della femminilità indie pop “finta ingenua”, quella del versante dolce dell’America primi Novanta, Funs Cool delle newyorkesi The Prettiots è un debutto che si aggiunge a uno sterminato classificatore stilistico del quale oramai se ne sono perse le tracce se non le origini, ma non tanto da allontanare dall’ascolto e men che meno dall’interesse di settore.
Le tre muse Lulu Prat, Kay Kasparhauser e Rachel Trachtenburg si muovono smorfiosamente civettuole e “birichine” al centro di un indie pop rosa pallido e al sapor di chewingum alla menta piperita, una dozzina di brani che non sconvolgono nulla ma che tengono compagnia come sottofondo tra un fare e l’altro, piccole gioie innocue per ghiotti airplay radiofonici.
Soffice, morbido e con qualche dose di glucosio qua e là in eccesso, il disco è un placido inno al “fare niente”, un’amaca sonora per orecchie in ozio dichiarato che il trio “all female” alimenta con vocine soffuse, melodie, piccole fughe e grandi sogni che ricordano tanto le Dum Dum Girls in 18 Wheeler e Hope Yr Happy, una lontanissima traiettoria morissettiana in Suicide Hotline o Me And Little Andy, nonché quegli smarrimenti intimi che in Skulls e Anyways ripongono parzialmente una freschezza malcelata di ottima presa. Può comunque piacere senza tanti sbattimenti.
(2016, Rough Trade)
01 18 Wheeler
02 Boys (That I Dated In High School)
03 Hope Yr Happy
04 Move To LA
05 Dream Boy
06 Suicide Hotline
07 Kiss Me Kinski
08 Skulls
09 Stabler
10 Anyways
11 Me And Little Andy
12 10/10 Would Chill Again
IN BREVE: 2,5/5