L’androide non è più paranoico, anzi di più: non è più androide, è semplicemente uomo. Uomo disumanizzato e paranoico ma come regola, inscatolato in questo status per sempre, e con lui tutto ciò che gli gira attorno. Tornano i The Smile, torna Yorke, torna Greenwood, torna Skinner, torna il tentativo di questa band del contemporaneo di leggere il contemporaneo. Dopo “A Light For Attracting Attention” (2022), il secondo disco dei quasi Radiohead, Wall Of Eyes, evoca suoni, li spalma poi li irrigidisce con metodo a freddo partendo da un assunto e da una frase che Thom Yorke incide come una rasoiata nel testo della title track: “Alziamo i calici e brindiamo a ciò che non meritiamo”. Ed eccolo il contemporaneo che si palesa perché, se è vero che il pezzo dondola docile docile come fosse una “Over The Rainbows”, mettendo a fuoco ci si ritrova davanti a una distorsione di colori. La natura è tradita, qualsiasi natura, anche quella umana ed è lo scotto da pagare dell’essere vivi.
Qualche indizio d’altra parte ce lo aveva fornito il guazzabuglio cromatico di Stanley Donwood che dà volto all’album. In questi otto pezzi c’è meno urgenza, come spesso accade per un secondo episodio. Il concept quindi è proprio la ricerca del suono, un’attentissima, chirurgica, paziente ricerca del suono. Un suono che sa croccare picchettando la corteccia cerebrale in Read The Room, farsi onomatopea del sogno più frustrante in Under The Pillow (il lavoro di Greenwood qui è da alchimista della chitarra), sciogliersi in un’ampolla come in I Quit, il pianoforte scorre in lontananza come un fiume che però c’è anche se non si vede. Bending Hectic poi ci ricorda come Thom sappia bene dove si trovano le nostre inquietudini anche se ben nascoste. Il pezzo è una visione ambientata tra alcune montagne italiane.
C’è una decappottabile degli anni Sessanta, una curva, lo strapiombo, c’è un tempo sospeso, un uomo e una donna congelati nel momento che precede il volo verso il vuoto. Ma se i Radiohead avrebbero cucinato a fuoco lento questa allucinazione, i The Smile la interrompono bruscamente con un incredibile graffio di violini e un’esplosione che, come un climax cinematografico, ci conducono al crash. Sinfonia e suoni obliqui: è un po’ questa la traccia da seguire per il “muro di occhi” dei The Smile. Tratti distintivi di una ballata dispari come Friend Of A Friend, l’ennesimo capitolo di un rapporto mai risolto tra Thom Yorke e il suo peggior amico: se stesso.
2024 | XL
IN BREVE: 4,5/5