Si era già capito tanto durante il loro convincente live milanese di qualche settimana fa, quando l’album era ancora miracolosamente inedito anche sul web. Synth pop patinato e maturo: è questo quello che avevano proposto i Wombats sul palco, ed è questa la chiara impronta del disco. Manca il singolo dall’impatto immediato, ma il livello medio – nonostante qualche pericolosa somiglianza tra alcune canzoni – è decisamente più elevato rispetto al passato. Assoli di chitarra tanto ripetitivi quanto efficaci uniti ad un sintetizzatore martellante rappresentano una costante in parecchie canzoni (Give Me A Try, This Is Not A Party, Be Your Shadow) che raggiungono la piena sufficienza.
Vanno bene anche il garage rock di The English Summer e la spensieratezza di Your Body Is A Weapon, ma il meglio arriva con due brani che innalzano drasticamente il voto dell’album, e rappresentano al meglio la maturità che ha raggiunto la formazione anglo-norvegese. Headspace e Greek Tragedy, con le loro atmosfere meravigliosamente raffinate, sono infatti canzoni capaci di far sognare, miglior manifesto possibile per la chiara (ed efficace) impronta che i Wombats hanno voluto dare a “Glitterbug”, album figlio di una carriera in lenta ma costante ascesa. Per i capolavori c’è tempo, ma intanto con i Wombats ci si diverte.
(2015, 14th Floor / Warner)
01 Emoticons
02 Give Me A Try
03 Greek Tragedy
04 Be Your Shadow
05 Headspace
06 This Is Not A Party
07 Isabel
08 Your Body Is A Weapon
09 The English Summer
10 Pink Lemonade
11 Curveballs
IN BREVE: 3/5