Sono in continua crescita i progetti appartenenti a quella fetta di rock alternativo che sfiora il territorio stoner e post-hc e che include nuove leve valide come Cleopatrick, Black Foxxes e Black Peaks. Tra loro figurano anche i Tigercub, terzetto di Brighton formato dal frontman Jamie Stephen Hall, il bassista James Wheelwright e il batterista James Allix, che giunti al loro secondo lavoro in studio hanno optato per un sound leggermente piĆ¹ pulito e alternato maggiormente parti loud e melodiche, riservando l’approccio noise solo a poche tracce, orientandosi in direzione dei conterranei Royal Blood (ai quali fanno spesso da gruppo spalla).
La title track regala immediatamente un piccolo rimando ai Muse di āOrigin of Symmetryā (2001) con lāintro lieve che si infrange contro la barriera granitica di rullate di batteria e guitar riff, preparando adeguatamente alla carrellata di pezzi forti del disco che comprende la danzereccia Blue Mist In My Head, che strizza l’occhio alle prime produzioni dei Royal Blood, cosƬ come la potente Sleepwalker e lāanthem Stop Beating On My Heart (Like A Bass Drum), le quali includono anche influenze riconducibili ai Queens Of The Stone Age.
Gli archi dellāacustica Funeral fungono da spartiacque con la seconda metĆ dellāalbum, concedendo il tempo di respirare prima del crescendo scandito dalla batteria lontana e i tocchi di tastiera dellāatmosfera boniveriana di Built To Fail e del refrain rumoroso di Shame.Brano un poā meno convincente, ma non per questo incoerente con lāintero lavoro, lāorecchiabile As Long As You’re Next To Me accenna un rap nel ritornello, cedendo il posto ai riff potenti e un poā ruffiani di Beauty, scelta appositamente come prima anticipazione del disco, e alla soddisfacente chiusura heavy di In The Autumn Of My Years.
Easy listening e al contempo interessante, As Blue As Indigo riconferma le capacitĆ del trio inglese dimostrate in “Abstract Figures In The Dark” (2016), a cui si aggiunge l’abilitĆ di sfornare singoli d’impatto. Ci si augura che tale evoluzione non li conduca a sonoritĆ eccessivamente accomodanti, perchĆ© possono veramente dare molto. Dello stesso parere sembra essere anche Stone Gossard: il chitarrista dei Pearl Jam ha dichiarato di essere rimasto stregato dalla band e ha offerto loro un contratto con la Loosegroove Records, etichetta fondata negli anni Novanta insieme a Regan Hagar. Non ĆØ dato sapere se il gruppo abbia accettato la proposta, ma quel che ĆØ certo ĆØ che dal loro terzo capitolo potremmo avere ulteriori notevoli riscontri.
(2021, Blame)
01 As Blue As Indigo
02 Sleepwalker
03 Blue Mist In My Head
04 Stop Beating On My Heart (Like A Bass Drum)
05 Funeral
06 Built To Fail
07 Shame
08 As Long As You’re Next To Me
09 Beauty
10 In The Autumn Of My Years
IN BREVE: 3,5/5