Ad ogni nuova uscita, Tim Hecker si conferma estro trasformista dell’elettronica d’ambiente senza però mai tradire se stesso. Cambiano gli strumenti e l’umore generale, ma ogni singolo timbro, ogni singolo intervallo armonico, ogni scenario sonoro creato è riconoscibile, suo nella più assoluta purezza.
Giunto all’ottavo cesello discografico, il compositore canadese scandaglia nuove lande del suo inconscio creativo dando forma a stupefacenti paesaggi onirici. Per la prima volta in una sua opera ci sono elementi vocali, l’Icelandic Choir Ensemble diretto da Jóhann Jóhannsson s’inserisce tra i lucenti strati di Love Streams grazie alla mutazione, approntata da Hecker, di fraseggi umani in ghirigori strumentali, elementi incastonati perfettamente in questo immaginifico universo parallelo (invero stupende sono Voice Crack e Violet Monumental I).
“Love Streams” è un flusso umorale omogeneo che si distende tra picchi di rarefatta ed elevata poesia (Up Red Bull Creek), estasi eteree (Castrati Stack), glitch che zigzagano e rifrangono sullo specchio di un lago popolato da strumenti a fiato irriconoscibili e timidi cenni percussivi che puntellano il fondale.
A rendere affascinante la musica di Hecker sono comunque le maestose melodie che si fanno largo come aggraziate composizioni floreali (Live Leak Instrumental) o s’incrociano come cerchi concentrici scatenati da una fitta pioggia di note (Bijie Dream). Un capolavoro, l’ennesimo di una carriera semplicemente fuori dal comune.
(2016, 4AD)
01 Obsidian Counterpoint
02 Music Of The Air
03 Bijie Dream
04 Live Leak Instrumental
05 Violet Monumental I
06 Violet Monumental II
07 Up Red Bull Creek
08 Castrati Stack
09 Voice Crack
10 Collapse Sonata
11 Black Phase
IN BREVE: 4,5/5