La natura si rigenera in continuazione attraverso i suoi cicli di morte e rinascita. Possiamo farlo anche noi? E qual è la nostra parte di responsabilità nella distruzione della nostra Terra, di noi stessi e delle nostre relazioni? Da quando ha iniziato a registrare negli anni Novanta, Tori Amos ha usato le sue canzoni per porre grandi domande sul mondo e col tempo il suo potere d’osservazione è diventato più acuto.
Con il suo nuovo album, Native Invader, ha esaminato il presente, cercando di fronteggiare in maniera diversa le sfide e i conflitti della vita prendendo come esempio la natura e il come, grazie alla sua capacità di ripresa, guarisca da sola. Ma non solo, quest’album è anche un progetto personale che ha dato a Tori la possibilità di esplorare le proprie radici. Pubblicato su etichetta Decca Records, è il quindicesimo album in studio della Amos e arriva a tre anni di distanza dal precedente “Unrepentant Geraldines”, entrato nella prestigiosa Billboard Top 10.
Ad aprire l’album è Reindeer King, sette minuti di ballata di pianoforte lenta e avvolgente, carica di dolore con riferimenti all’ambiente, in particolare al ghiaccio. Si tratta di una preghiera di salvezza del “crystal core”, il cuore della Madre Terra. Segue Wings con cui ricorda al marito Mark Hawley che nascondere le lacrime di dolore non è sinonimo necessariamente di forza, “…’cause sometimes, big boys they need to cry”. Con il pop rock di Broken Arrow Tori sfida gli eletti di Washington chiedendo “Are we emancipators or oppressors of lady liberty?” e li mette in guardia dicendo “We, the people, dear judges, will be watching over you”.
Cloud Riders, primo estratto dell’album, ricorda il luogo in cui è partito il progetto “Native Invader”. Nell’estate del 2016, infatti, Tori ha intrapreso un viaggio attraverso le montagne Smoky della Carolina del Nord, luogo d’origine della sua famiglia e degli antichi nativi americani, “seguendo le linee dei canti della Terra”, insegnamento del nonno materno venutole a mancare all’età di soli nove anni e mezzo. In Up The Creek le corde di chitarra countryfied combinate con le battute elettriche della figlia Natashya, Tori esorta a combattere contro un “clima cieco” attraverso la “milizia della mente”, cercando di dare voce al malcontento di quella parte di società statunitense contro il governo Trump.
Seguono Breakaway e Wildwood, ricche di metafore sulla natura un po’ digressive, e Chocolate Song, che parla ancora una volta della sua vita coniugale. Ecco Bang, un coro a cappella combinato a crunching riff. Questa traccia collega il Big Bang con le politiche di immigrazione di Trump considerate dall’artista ridicole, perché siamo tutti fatti della stessa sostanza. Con Climb la Amos, accompagnata dal suo pianoforte, racconta i giorni passati in chiesa durante l’infanzia e l’influenza di suo padre, ministro metodista. Poi Bats e Benjamin: qui Tori condanna l’industria dei combustibili fossili, un chiaro riferimento al fatto che per affari e denaro gli “uomini collinari” insultano la Terra deturpandola senza pudore.
“Native Invader” si chiude con Mary’s Eyes, il momento più difficile dell’album: nel mese di Gennaio, non molto tempo dopo il risultato elettorale che ha portato Donald Trump alla presidenza, la madre di Tori subì un grave colpo che l’ha lasciata parzialmente paralizzata e incapace di parlare. Dopo aver cantato tante canzoni sulla salvaguardia di Madre Natura, Tori cerca di salvare la sua, dandole una voce. A tal proposito, “Mary’s eyes are so blue and they will look at you with so much love” e nonostante il dolore che la affligge “she wants to be on Mother Earth so much that it’s humbling to see Mary’s resilience”.
“Native Invader” è la dimostrazione di come da una situazione di incertezza e paura sia possibile creare qualcosa di migliore e bello. La cosiddetta resilienza, in natura la capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi, in psicologia la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà.
(2017, Decca)
01 Reindeer King
02 Wings
03 Broken Arrow
04 Cloud Riders
05 Up The Creek
06 Breakaway
07 Wildwood
08 Chocolate Song
09 Bang
10 Climb
11 Bats
12 Benjamin
13 Mary’s Eyes
IN BREVE: 3,5/5