Durante gli oltre vent’anni della loro carriera, i Travis sono stati per tanti – diciamo per larga parte di coloro che erano adolescenti o poco più nei ’90 – un punto di riferimento chiaro e semplice, l’amico con cui confidarsi, il fratello maggiore cui rivolgersi se il motorino ti ha lasciato a piedi. Costanti, lineari, metronomi di un britpop che ha stentato a riciclarsi oltre il decennio di riferimento.
Con Everything At Once arrivano all’ottavo lavoro in studio, nuovo capitolo di una discografia senza crack assoluti (salvo qualche singolo che ha avuto il suo bel perché) ma senza neanche disastrose cadute di stile per cui additarli. Anche qui non ognuno dei dieci brani della tracklist convince del tutto, un paio di episodi (fra cui il pizzico di elettronica della title track) si perdono nel tentativo di aggiungere qualcosa ad un sound che non ne avrebbe bisogno, semplicemente perché già schematizzato oltre ogni possibile ambizione evolutiva .
Ma se c’è da mettere al sicuro il risultato Fran Healy e i suoi non si fanno pregare: What Will Come e 3 Miles High, ad esempio, sono i Travis che ci si aspetta e sono ciò che gli si chiede, così come All Of The Places e Idlewild (col featuring della songwriter Jospephine Oniyama), talmente “classiche” da risultare quasi atemporali. Ossatura di un album che suona Travis fino al midollo, consigliato solo a chi non ama il rischio, tutti gli altri rivolgano altrove le proprie attenzioni.
(2016, Red Telephone Box)
01 What Will Come
02 Magnificent Time
03 Radio Song
04 Paralysed
05 Animals
06 Everything At Once
07 3 Miles High
08 All Of The Places
09 Idlewild (feat. Jospephine Oniyama)
10 Strangers On A Train
IN BREVE: 3/5