I Turin Brakes, non c’è dubbio, amano mantenere un basso profilo. Tanto nella propria musica, fatta di chitarrine acustiche e arpeggi dinoccolati, quanto nel grande gioco del “vendi il tuo prodotto a quante più persone possibile”. Potrebbe essere scambiata per spocchia quella di Olly Knights e Gale Paridjanian, come a dire che il successo può essere tranquillamente raggiunto anche senza mettersi in mostra ad ogni occasione. Dando per supposto che si abbiano i numeri giusti, ovviamente. Più probabile invece – nonché più romantico da pensare – che il loro sia piuttosto uno stato d’animo, un’irrefrenabile indole che li porta a pizzicare la vita così come pizzicano le corde dei propri strumenti. Eppure di occasioni per “lanciare” ancor più il nome Turin Brakes i due ne hanno avute eccome, praticamente all’ordine dell’anno. Perché dal 1999 (anno di fondazione) ad oggi, la band non ha passato praticamente più di qualche mese senza uscire con un nuovo ep o, meglio ancora, un nuovo album. Questo Outbursts arriva a suggello di una vera e propria escalation di consensi raccolti in giro per il mondo. Dodici tracce che ci si guarda bene di interrompere anche solo per skippare da una all’altra quando si è giunti a conclusione, tanta è la leggerezza con cui si fanno seguire e con cui inebriano chi presta l’orecchio. Per un totale di tre quarti d’ora in cui intonazioni vocali ora a là Jeff Buckley (Rocket Song) ora a là Nick Drake (Embryos) la fanno da padrone, e in cui folk e indie-pop si miscelano fra loro rendendo impossibile risalire ai rispettivi margini. Il folk dei Turin Brakes è ricercato ma non per questo di difficile ascolto. Lineare, vivo, stracolmo di urgenza espressiva. Ed anche quando il ritmo accelera e la strumentazione si fa più corposa con l’inserimento di sessione ritmica e altro (Apocolips), il duo londinese dimostra di sapersela cavare ampiamente. “Outbursts” non sarà forse il classico “boom”, non si mette in luce per chissà quale originalità dei suoi componimenti ma piace, piace molto, e mette di buonumore anche laddove una vena più scura si fa timidamente avanti.
(2010, Cooking Vinyl)
01 Sea Change
02 Mirror
03 Rocket Song
04 Paper Heart
05 The Invitation
06 Will Power
07 Apocolips
08 Embryos
09 Never Stops
10 The Letting Down
11 Radio Silence
12 Outbursts
A cura di Emanuele Brunetto