Greg Dulli è sempre stato diverso da tutti quelli del grunge degli anni novanta. Perché le disperazioni cosmiche, gli strazi di una generazione, i dolori, li ha sempre vissuti con il tocco dell’artista: una sorta di astrazione letteraria, un approccio che fa fare le cose in maniera sentita e distaccata allo stesso tempo. Insomma, poco lirismo autodistruttivo e invece pagine di emozioni raccontate con una penna, oltretutto, complessa, ibrida, sì rock, ma mescolata con tantissimi altri ingredienti, il soul per citarne solo uno. I Twilight Singers di Dulli sono dunque un’esperienza rock matura, consapevole. Ecco, consapevole. Dynamite Steps, il nuovo disco che arriva a cinque anni dal precedente “Powder Burns”, è un album consapevole, dei mezzi musicali, dell’universo che scorre, del buio, della morte. Greg Dulli scrive il suo miglior disco con i “cantanti crepuscolari” perché il suo romanzo sulla vita è assolutamente completo di tutto. C’è la luce, c’è il buio, ci sono i fantasmi ma anche l’amore. C’è un pezzo come Last Night In Town che è straziante e che Greg canta con una voce imperfetta, stonata, disperata. Una storia che dondola sul ciglio della fine e che decide le sue sorti in un’ultima lunga notte (“I promise to be with you till the end or somewhere near the end, my love. I promise to be with you till the end. At least until you’re dead”). In Get Lucky poi c’è il pianoforte tipico dei Twilight Singers, in Be Invited c’è la scultura canora del gemello “marcio” Mark Lanegan, in Blackbird And The Fox il cigolio dolcissimo di Ani Di Franco (forse il miglior pezzo del disco) e qua e là il tocco chitarristico di Nick McCabe (ex Verve). “Dynamite Steps” ha anche dei momenti d’elettronica, vedi un pezzo come On The Corner, mix di pulsazioni ed organo. Ed altri in cui i Twilight suonano il pop fatto con cuore e cervello (The Beginning Of The End). Ed è questo che ci piace del suono americano: quell’impatto a duecento all’ora, quel sapore di universo, quei compromessi fatti a pezzetti dalla corsa di un taxi in corsa. E anche quel suono che a New Orleans (base di Greg Dulli) resiste nonostante tutto.
(2011, Sub Pop)
01 Last Night In Town
02 Be Invited
03 Waves
04 Get Lucky
05 On The Corner
06 Gunshots
07 She Was Stolen
08 Blackbird And The Fox
09 Never Seen No Devil
10 The Beginning Of The End
11 Dynamite Steps
A cura di Riccardo Marra