Un disco che buca e sorride, che passa più facilmente dei precedenti e proprio per questa “peculiarità” può bucare ancor di più. I californiani Two Gallants, gran duo, diciamo folk-core, della Bay Area per eccellenza sono di nuovo a spassarsela musicalmente con We Are Undone, il disco che li rimette in carreggiata dopo una serie di inconvenienti, tirate caratteriali tra di loro e quant’altro.
E si rimettono in gioco con un bel lavoro – a dispetto di tanta critica che li vuole datati e convessi – di dieci tracce che va ascoltato bene bene, una precisa sostanza impeccabile rivestita di confidenza, malinconia e riscatto, ballate acustiche ed elettriche eterogenee, mai un suono fisso come mai un elemento fuori posto, e dunque una “rinascita” di percorso che capacita questi artisti americani ad aprirsi a nuovi scenari senza mai rinunciare alla propria integrità.
Adams Stephens e Tyson Voel ce la mettono tutta per rinvigorire il loro status e ci riescono con facilità, la loro è una proposta che riempie gli orecchi di cose belle, affascinanti, il nervo teso di Incidental, il pianoforte imbronciato in Invitation To A Funeral, My Man Go, il macramè folkly di Hearthbreakdown e l’oscurità passionale che colora Murder The Season/The Age Nocturne, tutte felici escursioni in territori sonici magistrali, e il bello è che tutto fila liscio come l’olio. Consigliatissimo.
(2015, ATO)
01 We Are Undone
02 Incidental
03 Fools Like Us
04 Invitation To The Funeral
05 Some Trouble
06 My Man Go
07 Katy Kruelly
08 Heartbreakdown
09 Murder The Season/The Age Nocturne
10 There’s So Much I Don’t Know
IN BREVE: 4/5