Giovanissimi (classe ’94), milanesi, esordienti. Gli unoauno danno alle stampe Cronache Carsiche e non raccolgono soltanto una lezione assai difficilmente negabile, ma insegnano persino. Un’attitudine che nella musica italiana si è persa quasi del tutto, restando in termini di nuove leve. Perché l’adagio oggi è: imitiamo i peggiori, che vanno bene per la stagione; facciamo il nostro disco, riempiamo qualche locale, cadiamo nel dimenticatoio alla prossima fashion week dell’indipendente.
Il trio lombardo, invece, ha preso una decisione triste: ha scelto cioè di essere sfigato. Insegnando, come si diceva, mentre impara. E cioè rubando, sì – in senso buono – ma dai migliori. Dai CCCP/CSI, dai Massimo Volume, dal Santo Niente, dagli Offlaga Disco Pax. Perché? Perché non mettere quattro rime idiote in fila, perché non rispondere agli sfottò, perché non realizzare videoclip demenziali? Perché non suonare senza saper suonare? Perché, insomma, gli unoauno provano a far le cose per bene? Bisognerebbe chiederlo a loro.
Ma in attesa che rinsaviscano, si possono ascoltare con piacere Restare Vivi, Aleppo I, Clausura (pezzo forte dell’album). Perdonando la palpabile acerbità per il solo gusto di trovarsi dinanzi dei ragazzi che ascoltano buona musica e tentano di replicarla, mentre cercano magari la propria strada. Una cosa che fino a qualche tempo fa era normale. E che adesso tocca sottolineare come una chimera, in un paese pieno di pagliacci.
(2017, Ribéss)
01 Dei
02 Restare vivi
03 Carsica
04 Aleppo I
05 Aleppo II
06 Figlio
07 Giochi
08 Clausura
IN BREVE: 3/5