Gli Urge Overkill rimarranno nella memoria per quella meravigliosa cover di “Girl You’ll Be A Woman Soon” di Neil Diamond ripescata da Tarantino da un EP del ‘92. Eppure non parliamo di peracottari one hit wonders come potrebbero essere i Semisonic o i Crash Test Dummies, ma di una band dalle ottime credenziali: con Albini e Vig prima di Cobain, autori di cinque album di gran valore (quattro arrivati prima di “Pulp Fiction”) e poi scomparsi quando era ora di raccogliere i frutti della gavetta. Non c’è nulla di male a fare ciò che si sa fare bene anche se non più di moda da trent’anni, del resto già con “Rock&Roll Submarine” (2011) l’avevano fatto in maniera valida nonostante l’assenza di Johnny “Blackie Onassis” Rowan, l’amato batterista. Qui l’assenza perdura, così come la sensazione che li abbiano scongelati direttamente dal ‘95, dopo “Exit The Dragon”, ma stavolta con risultati meno entusiasmanti. Oui scorre infatti noiosamente, senza mai episodi né esaltanti né particolarmente brutti (potremmo forse denigrare la cover di Freedom di George Michael in apertura o esaltare la conclusiva Snow); gli manca, se non il suono e la qualità strumentale, quella cazzimma cinica che ne faceva una band straordinaria negli anni ’90.
(2022, Omnivore)
01 Freedom!
02 A Necessary Evil
03 Follow My Shadow
04 How Sweet the Light
05 I Been Ready
06 A Prisoner’s Dilemma
07 Forgiven
08 Totem Pole
09 Litany
10 I Can’t Stay Glad@u
11 Won’t Let Go
12 Snow
IN BREVE: 2,5/5