Chissenefrega di come si commercializza un singolo (che poi singolo non sarà), noi lo regaliamo in download gratuito tre mesi prima dell’uscita dell’album. E chissenefrega anche di attendere il giorno della pubblicazione “fisica” dell’album per farlo ascoltare ai nostri fan, noi glielo sputiamo in streaming su MySpace quando ancora manca più di una settimana al lancio ufficiale. Devono averla pensata più o meno così i Vampire Weekend e la XL Recordings, se è vero come è vero che al momento della sua pubblicazione Contra è roba nota ai più, almeno stavolta non per “merito” dei pirati dell’etere. L’opener Horchata circolava già da un po’ nella rete e ha avuto il compito di anticipare il secondo lavoro della formazione newyorkese, e quando poi lo streaming ha fatto la sua parte ecco che “Contra” s’è svelato in tutta la sua interezza. Il mood mantenuto dai Vampire Weekend è quello che aveva fatto del loro omonimo esordio un piccolo fenomeno dell’indie degli anni zero. Ma se nel 2008 i quattro americani giocherellavano coi loro strumenti rendendo i brani di “Vampire Weekend” tanto penetranti nel loro incedere quanto acerbi dal punto di vista dell’esecuzione, adesso Ezra Koeing e soci sembrano aver preso confidenza col calderone di suoni e colori in cui sono soliti immergere la loro musica. Hanno levigato le asperità di una verve fin troppo accesa, rendendo “Contra” sì più piatto ma anche più uniforme del predecessore; hanno smussato gli aspetti più etnici del proprio lavoro, adattando il tutto a quella dicitura “indie-pop” che gli è stata affibbiata e che, anche se a malincuore (ma crediamo mica tanto), dovranno tenersi. C’è un bel po’ di maturità nella wave appena accennata di Holiday o del singolo (questo sì) Cousins e nell’elettronica energica ma non invasiva di Taxi Cab o della già citata “Horchata”. E anche quando le venature reggae e caraibiche si rifanno sotto in modo più evidente (vedi Diplomat’s Son) lo fanno morbidamente, svelando i gusti del quartetto ma senza sbottonarsi troppo. Questo “Contra” non raccoglierà forse gli stessi allori del primo album dei Vampire Weekend, non ne possiede l’esplosività e l’irriverenza tipica degli esordi, ma conferma la band newyorkese fra le formazioni di punta della scena alternativa statunitense, e già questo è un dato da considerare col dovuto rispetto.
(2010, XL)
01 Horchata
02 White Sky
03 Holiday
04 California English
05 Taxi Cab
06 Run
07 Cousins
08 Giving Up The Gun
09 Diplomat’s Son
10 I Think Ur A Contra
A cura di Emanuele Brunetto