Sono ufficialmente tornati, i Vampire Weekend. Con lo stesso carico d’energia iniziale ma con umori differentemente simili dagli esordi. A cinque anni dall’ultimo e poco apprezzato “Father Of The Bride” (2019), prendendo in mano un megafono per richiamare a loro l’attenzione. Ezra Koenig e fratelli mettono insieme dieci gemme indiepop per formare questo gioiello che è Only God Was Above Us, quinta fatica in studio e tra gli apici, senza dubbio, della loro carriera.
Che l’ispirazione sia tornata prepotentemente di moda è chiaro dalle prime parole di Ice Cream Piano: “Fuck the world”, letteralmente. E perché no, fanculo il mondo dopotutto: prendiamoci questi quarantasette minuti per godere del sintetico sudamericano di Classical, del basso tambureggiante di Connect, dell’onnipotenza melodica di Capricorn e Prep School Gangsters, che segna la prima metà dell’opera. Con l’upbeat di The Surfer si entra in un mood lievemente più melanconico, in ogni caso percepibile un po’ lungo tutta la durata del disco.
New York è un fil rouge: Mary Boone, struggente sorella alla lontana di “Close To Me”, ce lo ricorda insieme all’asse Manhattan-Mosca ipotizzato da Pravda. L’ultima filastrocca, Hope, è un amaro invito a lasciare andare: come si lascia un po’ amaramente finire un album che, senza passaggi a vuoto, ci porta indietro di quasi tre lustri lasciandoci tutte le rughe di oggi. I Vampire Weekend sono ufficialmente tornati, l’annuncio era già stato dato. I fuoriclasse possono anche steccare una stagione, ma restano sempre dei fuoriclasse.
2024 | Columbia
IN BREVE: 4/5