Diventati piccole icone di un strano modo di intendere la musica indipendente, gli americani Wussy hanno conquistato squisitamente gli ascolti e i favori di critica e pubblico grazie a un percorso sonoro sfizioso e personalissimo; e a conferma del tutto arriva nei nostri stereo il loro sesto album Forever Sounds, dieci tracce di alt rock e briciole indie che girovagano con una grande capacità di emozionare, oltre che a impattare la curiosità di migliaia di orecchie.
La formazione di Cincinnati ci proietta in percorsi e strade di riferimento prettamente di stampo cantautoriale, a mezza via tra R.E.M. in She’s Killed Hundreds e Hello I’m A Ghost e dinamiche oniriche in Gone e Better Days, elettrico e poesia da viaggio dentro una bolla d’ascolto sognante e distorta, fino a lambire il southern gothic anche per via della voce maschile che si fa ombra e scuro tra un refrain e l’altro in Sidewalk Sale.
Un album fervido di suggestioni in mano a una band perfettamente padrona delle rotazioni compositive e dunque in grado di veleggiare tra tempi e dimensioni piacevolmente dilatate, cosa questa ben sottolineata dalla murder ballad My Parade che chiude l’ascolto creando connessioni doppie con il bello.
(2016, Damnably / Shake It)
01 Dropping Houses
02 She’s Killed Hundreds
03 Donny’s Death Scene
04 Gone
05 Hello, I’m A Ghost
06 Hand Of God
07 Sidewalk Sale
08 Better Days
09 Majestic-12
10 My Parade
IN BREVE: 3/5