Strombazzato fin dal Gennaio scorso, il disco numero quattro dei Yeasayer, Amen & Goodbye, è finalmente approdato sugli scaffali dei negozi ed è immediatamente fusion di stili, aromi, mood e direzioni multiple, una grancassa di sensazioni ibride che prendono subito simpatie e affezioni a catena.
Il terzetto newyorkese è un vero cataclisma garbato di pop, electro rock, esotismi, melodia e ganci radiofonici, magari con qualche appiglio barocco di troppo qua e là, ma nell’insieme una interpretazione che coglie nel segno, tredici tracce che fanno hype da qualsiasi angolazione le si ascolti e che vanno a colmare quello spazio intermedio tra novità e tasselli di vita che non ti aspetteresti mai.
Quaranta minuti scarsi di “tutto”, un running time affollato di suoni, voci e ritmi in cui l’arte bizzarra dei tre si muove libera tra i binari di una creatività massima, che accontenta tutti e riempie l’aria di giocosità musicali variegate: l’oscuro andamento à la Placebo di I Am Chemistry, la pop dance sculettante di Dead Sea Scrolls, l’animo distrutto di Divine Simulacrum, una spinetta barocca a legare Child Prodigy o l’abbraccio tenero di Uma, sì, un tutto dove tutto vive e tutto lascia scie di bello, mettendo sempre da parte le ovvietà. Gran bel disco.
(2016, Mute)
01 Daughters Of Cain
02 I Am Chemistry
03 Silly Me
04 Half Asleep
05 Dead Sea Scrolls
06 Prophecy Gun
07 Computer Canticle 1
08 Divine Simulacrum
09 Child Prodigy
10 Gerson’s Whistle
11 Uma
12 Cold Night
13 Amen & Goodbye
IN BREVE: 3/5