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Yo La Tengo – This Stupid World

Nei due minuti e trenta della sua intro – vaporosa di elettrodi, gocciolante in condensazione, spinosa di cavi sfilacciati – This Stupid World, title track del nuovo disco degli Yo La Tengo, è una bolla che cerca di sopravvivere. È la bolla di questo rock fragile e argentato, pelle lucida di un pesce strano, calato in un acquario per specie in estinzione. Un pesce che ti guarda attraverso i riflessi del vetro e tenta le ultime piroette, commuovente.

Gli Yo La Tengo mettono diciassette album agli atti. Trentacinque anni di musica in punta di dita, dischi su dischi che beccheggiano attraverso onde precise, salate, riconoscibili. Canzoni che non soffrono di maree alte e basse perché preferiscono l’apnea a prescindere. This Stupid World esce fuori tempo, senza tempo, estraneo ai tik e ai tok di un mondo instupidito, encefalogramma piatto, sovrastato da un cielo di cartapesta e luci posticce. E la band si spinge a colpi di pinna attraverso il 2023 con un albo di canzoni resistenti, impermeabili. Come l’accoppiata che apre il disco: Sinatra Drive Breakdown, feedback e riverberi, vetri oscurati di un ncc guidato da un autista conciato come Sinatra ma dai capelli alla Thurston Moore e poi Fallout, intreccio di voci spalmato come burro su pane caldo. Irresistibile, che tu viva in California o tra i ghiacciai di un qualsiasi angolo di mondo.

A proposito di geografie: chissà le giornate passate a fissare le scie degli aerei su Hoboken, chissà le giornate del New Jersey di Georgia Hubley quando ha impresso la sua voce nella suadente Aselestine. E Ira Kaplan? Veste ancora camicie color ruggine e, ai sessantasei anni appena compiuti, chiede comprensione. A chi dedica, Ira, la sua lettera di scuse?  O da chi la riceve? Apology Letter, decantata con la sua proverbiale voce impastata, è un notturno americano.

“This Stupid World” è un disco completamente prodotto in autonomia, senza produttori esterni, senza interventi dall’alto. L’ennesimo balzo sul tempo a marchio Yo La Tengo. Una bolla fragile attraverso i decenni, la loro musica: basta una scheggia per farla scoppiare. Un acquario in bilico, la loro storia: ogni movimento potrebbe essere fatale. Ma intanto quei pesci strani continuano a guazzare. Ieri come oggi.

— 2023 | Matador —

IN BREVE: 4/5