Fermatevi un attimo e provate a immaginare, in qualsiasi periodo storico, quanto possa essere sfigato dichiararsi fan di una band che prega Dio, fa parte della comunità cristiana e nel singolo di punta del loro debutto cita la lettera di San Paolo ai romani. E forse non è un caso che October, probabilmente il disco meno venduto e ritenuto meno soddisfacente degli U2, fosse al tempo stesso quello più cattolico della band. Sin da adolescenti e fino a poco dopo l’uscita del loro secondo album in studio, nel 1981, Bono, Edge e Larry Mullen Jr. vivevano la loro fede in maniera così totalizzante da ritenere inopportuna la loro permanenza in una band divulgatrice della musica di Satana.
Non esiste traccia all’interno dell’album che non contenga un riferimento biblico, ed è grazie anche a questa unità tematica e ad un suono che diventa sempre più caratterizzante che “October” riuscirà a non cadere mai nel dimenticatoio. Si prenda Gloria, sintesi perfetta del disco, brano in cui i riff di Edge, il solo di Adam e la batteria secca di Larry fanno da sfondo ai salmi biblici di Davide e alle invocazioni in latino; oppure I Threw A Brick Through A Window, descrizione di una lite violentissima tra Bono e suo fratello Norman, Caino e Abele nella mente del frontman della band; o ancora Rejoice, ispirata dal libro di Abacuc, il profeta disilluso e tormentato che riesce a ritrovare il suo Dio.
E poi c’è Tomorrow, una storia di perdita familiare introdotta dal suono inquietante delle uilleann pipes, c’è la title track, tra le poche tracce laiche ispirata alle suggestioni di Bono derivate dagli scritti di Kavanagh, giornalista irlandese dei primi del ‘900, c’è Stranger In A Strange Land, racconto della perquisizione dell’esercito tedesco mentre la band attraversava il confine tra Berlino e Monaco. In ognuno dei suoi passaggi “October” esprime una combinazione unica di fede e inquietudine, esaltazione e disperazione, un lavoro troppo spirituale per il rock ma poco confacente ai dettami della chiesa.
Poco prima del tour promozionale del disco gli U2 erano a un passo dallo scioglimento. Fu Paul McGuinness a farli riflettere: “Se Dio avesse avuto qualcosa da dire su questo tour, avrebbe dovuto alzare la mano un po’ prima”. Inutile aggiungere che evidentemente Dio non lo ritenne opportuno, con buona pace degli haters. Da lì a breve, si sarebbero trasformati da adolescenti problematici in una delle più grandi band del mondo.