Al netto della diatriba classifiche sì, classifiche no, dopo un anno trascorso ad ascoltare dischi e vedere concerti, volete che non ci si presti anche noi al giochino? Ecco dunque le personalissime classifiche della redazione de Il Cibicida, fra prevedibili costanti tanto nel bene (vedere alle voci Damon Albarn, Sun Kil Moon, St. Vincent, Swans, Run The Jewels) quanto nel male (sì U2, stiamo parlando di voi). Come lo scorso anno, per ciascun redattore Top 5 internazionale, miglior album italiano, miglior live e la delusione assoluta, seguiti da brevi considerazioni che spiegano le scelte.
EMANUELE BRUNETTO
01 – Sharon Van Etten, “Are We There”
Le ossa spezzate e la mente offuscata da cattivi pensieri sono ciò che lascia l’ascolto di questo album. Merito o demerito? Dipende solo dal mood con cui lo si affronta, ma l’indifferenza è l’unico sentimento non contemplato. >>> Leggi la nostra recensione
02 – Damon Albarn, “Everyday Robots”
Come se servisse un’ulteriore prova del suo immenso talento, l’ex enfant prodige del brit pop sforna un esordio da solista che è al tempo stesso tecnica e istinto, confessione e confidenza. Anche da solo il risultato è a dir poco eccelso. >>> Leggi la nostra recensione
03 – St. Vincent, “S/T”
Era nell’aria già da qualche anno e si sapeva che prima o poi la consacrazione definitiva sarebbe giunta. Arriva con questo self titled, un perfetto condensato di stilemi pop condito da una classe innata e apparentemente senza fine. >>> Leggi la nostra recensione
04 – Sun Kil Moon, “Benji”
Non era affatto facile fare meglio di quanto fatto con i Red House Painters, ma Kozelek piano piano, album dopo album, sta segnando in maniera indelebile il cantautorato (ma non solo) a stelle e strisce. Profondo come la fossa delle Marianne. >>> Leggi la nostra recensione
05 – FKA Twigs, “LP1”
Esordio dell’anno (insieme a SOHN), Tahliah Barnett sforna un lavoro prodotto con un’attenzione maniacale per il dettaglio e figlio di ascolti che vanno dal soul alla dubstep, tutti incastrati fra loro in un unico, enorme e seducente calderone. >>> Leggi la nostra recensione
FLOP – Zola Jesus, “Taiga”
Di quel “Conatus” che nel 2011 ci aveva letteralmente ammaliati non resta praticamente nulla: qui sono solo paillettes consumate e trucco da reginetta della disco sbavato. Evoluzione (o, meglio, involuzione) sì, ma un po’ di criterio non guasterebbe. >>> Leggi la nostra recensione
BEST ITALIAN – Ghemon, “ORCHIdee”
Più vicino al cantautorato che all’hip hop, con questo disco Ghemon centra in pieno il bersaglio, grazie anche al supporto strumentale di una band di tutto rispetto. Se piace da queste parti, dove l’hip hop non è di casa, qualcosa vorrà pur dire. >>> Leggi la nostra recensione
BEST LIVE ACT – Pearl Jam @ Stadio San Siro, Milano (20/06/2014)
Ci sono band che, specie nella dimensione live, non smetteranno mai di stregare il pubblico. Tra questi Eddie Vedder e soci, che mettono in piedi nella perfetta cornice di San Siro un concerto semplicemente indimenticabile per intensità e setlist.
NICOLA CORSARO
01 – The War On Drugs, “Lost In The Dream”
Si svela lentamente la meraviglia di queste melodie springsteen-dylaniane anni ’80 condite di psichedelia; ma vale la pena di aspettare. >>> Leggi la nostra recensione
02 – Swans, “To Be Kind”
Michael “Ulisse” Gira ci porta dentro un’odissea di violenza sonora di due ore, che è uno dei capolavori della loro carriera. Inarrestabili. >>> Leggi la nostra recensione
03 – Jack White, “Lazaretto”
Giacomino l’ha proprio preso male sto divorzio. Tra sontuoso country e velenoso rock’n’roll, la seconda prova che White sta meglio da solo.
04 – Parquet Courts, “Sunbathing Animal”
Era tanto tempo che nel rock non si sentiva un po’ di arrogante intelligenza. I figli ideali di Will Shatter, anche se più convenzionali.
05 – Bad Bad Not Good, “III”
La terza prova (tutta originale) dei giovani mariuoli hippoppettaro-jazzisti è un piccolo gioiellino ingiustamente ignorato. Deliziosi.
FLOP – U2, “Songs Of Innocence”
Se ti scarico 130 tonnellate di letame in cucina non ti sto facendo un regalo. Spiegatelo a Bono e soci, disconnessi totalmente dal mondo. >>> Leggi la nostra recensione
BEST ITALIAN – Stefano Bollani, “Sheik Yer Zappa”
L’eclettico virtuoso dà una sheikerata a Frank Zappa, senza chitarre ma con l’approvazione di Gail Zappa, e, per quel che vale, la nostra.
BEST LIVE ACT – British Summer Time @ Hyde Park, Londra (04/07/2014)
Motorhead, Faith No More, Soundgarden, Black Sabbath: ‘sti vecchiazzi offrono una giornata di spettacolo sensazionale: “Superunknown” per intero, Patton prete che benedice e Tony che sorride felice.
KAROL FIRRINCIELI
01 – Brody Dalle, “Diploid Love”
Rock a 360º per l’ex Distillers: rasoiate punk vecchio stile (“Don’t Mess With Me”) alternate a struggente malinconia pop (“Dressed In Dreams”) per un album tanto sottovalutato quanto irresistibile. Mr Homme ha scelto proprio bene… >>> Leggi la nostra recensione
02 – …And You Will Know Us By The Trail Of Dead, “IX”
Solida garanzia nel panorama rock indie mondiale, i texani sfornano un disco riuscitissimo, costantemente in bilico tra sfuriate rock (“A Million Random Digits”) ed eccellenti ballate (“Bus Lines”). Band da clonare per le generazioni future. >>> Leggi la nostra recensione
03 – Kaiser Chiefs, “Education, Education, Education & War”
Vincerebbero a mani basse il premio come sorpresa più gradita dell’anno: sembravano bolliti, invece sfornano il miglior album della loro carriera, maturo ed emozionante. Peccato che lo suonino disastrosamente dal vivo, ma il disco rimane quel che è: britpop da 10 e lode. >>> Leggi la nostra recensione
04 – Interpol, “El Pintor”
Non sarà un capolavoro, ma ha il grande merito di ridarci la meravigliosa oscurità degli esordi di una delle migliori band dell’ultima decade. La disarmante eleganza di “Same Town, New Story” dice tutto. Bentornati. >>> Leggi la nostra recensione
05 – Lana Del Rey, “Ultraviolence”
Convincere alla seconda prova in studio era davvero complicato: la bella Lana ci riesce brillantemente, con lo zampino pesante di Dan Auerbach. “Sad Girl” rasenta la perfezione pop. Meravigliosa conferma. >>> Leggi la nostra recensione
FLOP – U2, “Songs Of Innocence”
Sarà come sparare sulla croce rossa, ma non si può tacere su uno scempio simile. Sfornano un album semplicemente terrificante, con quintali di roba inascoltabile che sarebbe stata scartata anche dalla più insulsa delle band in circolazione. Ma loro sono gli U2, e tutto va bene: riempire gli stadi fa male alla salute. >>> Leggi la nostra recensione
BEST ITALIAN – Riccardo Sinigallia, “Per tutti”
Troppo bravo per incontrare il gradimento del grande pubblico, troppo poco indie per piacere agli hipster, il cantautore romano emerge dalla scomoda terra di mezzo con un disco meraviglioso. “E invece io” è forse il miglior brano che potrebbe scrivere Lucio Battisti se fosse nato trent’anni dopo: scusate se è poco.
BEST LIVE ACT – Manic Street Preachers @ Rock In Idro, Bologna (02/06/2014)
Ccome incantare una platea parzialmente amorfa in appena un’ora di live: fatto. I gallesi tornano in Italia dopo 15 anni e con una sfilza interminabile di singoloni eseguiti magistralmente dimostrano di essere un pezzo di storia del britrock. Classe infinita.
MARCO GIARRATANA
01 – Damon Albarn, “Everyday Robots”
Affetto da cyber-pessimismo, Albarn confeziona un disco scuro e toccante, la cui profondità emotiva scaturisce da arrangiamenti eleganti in cui nulla è fuori posto e liriche che ci fanno poggiare gli smartphone sul tavolo per guardarci dritti negli occhi. >>> Leggi la nostra recensione
02 – Swans, “To Be Kind”
Tre indizi fanno una prova e il terzo album degli Swans Mark II è una sentenza senza appello. Gira è lo sciamano che salmodia l’agonia cosmica supportata dal resto del gruppo, che raramente erige muri di suono possenti. E’ piuttosto il subliminale e costante senso di pericolo ciò che lo rende un lavoro eccelso. >>> Leggi la nostra recensione
03 – Aphex Twin, “Syro”
Pur essendo complicato e cervellotico, Syro è un’opera che fa della leggerezza il suo tratto peculiare. I suoni di Aphex Twin sono rimasti legati agli anni Novanta, ciononostante, chi oserebbe dire che suonano vecchi? >>> Leggi la nostra recensione
04 – Emma Ruth Rundle, “Some Heavy Ocean”
Canzoni semplici, alcune capaci di provocare brividi alla schiena. Le interpretazioni della Rundle sono sofferte e ognuno dei 10 tasselli che compongono il disco ne mette in luce il talento. Attendiamo con curiosità cosa ci riserverà in futuro. >>> Leggi la nostra recensione
05 – Kelis, “Food”
Abbandona il pop da fast-food e rinnova il menu con vivande più raffinate dai sapori in equilibrio tra aromi rock, morbide creme rythm’n’blues e spezie funky, con la benedizione di chef de rang come Fela Kuti e Kate Bush.
FLOP – Mark Lanegan, “Phantom Radio”
Le avvisaglie erano arrivate con l’ep Bells On Sunday, ma Phantom Radio va oltre i peggiori pronostici. Sembra che Lanegan abbia perso la capacità di scrivere canzoni emozionanti e persino gli arrangiamenti, di solito raffinati, stavolta sono piatti e insulsi. >>> Leggi la nostra recensione
BEST ITALIAN – John De Leo, “Il Grande Abarasse”
L’ennesima conferma di un talento assoluto, grande compositore, immenso interprete, i suoi versi sono poesie esistenziali che non perdono mai il contatto con la realtà e sempre pregni di una tagliente ironia. >>> Leggi la nostra recensione
BEST LIVE ACT – Slint @ Bloom, Mezzago (MB) (01/06/2014)
Sentire suonare dal vivo uno dei dischi che ha accompagnato la propria adolescenza fa sempre un certo effetto. Tutto “Spiderland” lì sul palco, quando s’è giunti a “Washer” si è stretto un nodo in gola. >>> Leggi il nostro live report
MICHELE LEONARDI
01 – Sun Kil Moon, “Benji”
Mark Kozelek continua a scolpire la propria sagoma nella roccia d’un ipotetico, ulteriore Monte Rushmore per soli cantautori USA. Enorme. >>> Leggi la nostra recensione
02 – Run The Jewels, “Run The Jewels 2”
Jaime e Mike riscrivono la storia dell’hip-hop, e noi facciamo da testimoni. Cattivi come altri, concreti come pochi. Scusate se è poco. >>> Leggi la nostra recensione
03 – Swans, “To Be Kind”
Ci sono cose che questi anni si porteranno dietro come un marchio a fuoco. Le interminabili litanie dello sciamano Gira, ad esempio. >>> Leggi la nostra recensione
04 – Sleaford Mods, “Divide And Exit”
Talmente duri da far sembrare buoni i compari RTJ, quassù. Un matrimonio felice tra rap e post-punk. Ossessione e zero compromessi.
05 – St. Vincent, “S/T”
Se cercate qualcosa in più da un disco pop, di questi tempi, non c’è proprio dove andare a parare. Regale. >>> Leggi la nostra recensione
FLOP – Pixies, “Indie Cindy”
Il primo LP dalla reunion del 2004. Se queste sono le idee (?!) in cantiere, speriamo sia anche l’ultimo. >>> Leggi la nostra recensione
BEST ITALIAN – Edda, “Stavolta come mi ammazzerai?”
Stefano Edda Rampoldi è un sopravvissuto. Ed è qui per consegnarci il miglior momento della sua carriera. Catartico.
BEST LIVE ACT – The National + Wild Beasts @ O2 Arena, Londra (26/11/2014)
Ventimila testimoni per una consacrazione ufficiale. Coefficiente di eleganza alle stelle. Roba che quando ci ripensi è bello dirsi: «Io c’ero». >>> Leggi il nostro live report
RICCARDO MARRA
01 – Beck, “Morning Phase”
Stavolta la luna di Hansen è calante. Umori tendenti al blu che significa: disco più dolce e nostalgico dai tempi di “Sea Change”. Aspettando il giorno col naso all’insù. >>> Leggi la nostra recensione
02 – Thee Silver Mt. Zion Memorial Orchestra, “Fuck Off Get Free We Pour Light On Everything”
Si parte con un vaffanculo ma è liberatorio e dedicato allo spirito più genuino della musica. Ai canadesi interessa questo: godere dei suoni e farne godere. >>> Leggi la nostra recensione
03 – Damon Albarn, “Everyday Robots”
In gergo calcistico Damon è un top player. Perché trasforma ogni palla… ehm ogni nota, in oro. Quì torna a fare il songwriter. Sempre ibrido per carità! >>> Leggi la nostra recensione
04 – Sun Kil Moon, “Benji”
Sì ok, il canovaccio è sempre lo stesso: voce impastata e rotta, acustiche struggenti per giorni un po’ così. Ma sfido chiunque a farlo come lo fa Mark Kozelek. L’unico e originale. >>> Leggi la nostra recensione
05 – Thurston Moore, “The Best Day”
Basterebbero gli 8:30 di “Speak to the wild” e chiuderla così. Un pezzo pazzesco. Ma “The Best Day” è nella sua totalità disco robusto, nervoso, teso. E per un attimo non pensiamo ai Sonic Youth. >>> Leggi la nostra recensione
FLOP – U2, “Songs Of Innocence”
Lancio in streaming planetario al web event di Apple, free download per possessori di IPhone, spot martellanti su TV e radio. E poi una tracklist vuota, talmente vuota, che quasi ci fai su una risata. >>> Leggi la nostra recensione
BEST ITALIAN – Pierpaolo Capovilla, “Obtorto Collo”
La tensione è quella del Teatro, il respiro è più da chansonnier. Ma sono i fantasmi che fluttuano in questo esordio solista, la costante dello stile di PPC.
BEST LIVE ACT – Pearl Jam @ Stadio Nereo Rocco, Trieste (22/06/2014)
Ti senti quasi in colpa ad emozionarti come un bambino per le vecchie canzoni. Ma un live dei Pearl Jam è, oggi, questo: un ripasso della propria vita recente e tanti ululati rock’n’roll. >>> Leggi il nostro live report
ANTONIO SPINA
01 – Mastodon, “Once More ‘Round The Sun”
Quello che qualsiasi rocker cresciuto a pane, prog-rock ed heavy-metal vecchio stampo vorrebbe ascoltare nella pochezza che, in tali contesti, il 2014 ha da offrire. >>> Leggi la nostra recensione
02 – Shellac, “Dude Incredible”
Uno Steve Albini “minimalista” che non ne vuole sapere di perdere nemmeno un decimo della sua immensità produttiva e compositiva. >>> Leggi la nostra recensione
03 – Run The Jewels, “Run The Jewels 2”
Con loro il mondo dell’hip hop ha subito una semi rivoluzione del modo di concepire le sue espressioni di beatmaking ed mcing. >>> Leggi la nostra recensione
04 – White Lung, “Deep Fantasy”
Chiaro esempio di come una band composta per 2/3 da donne incazzate possa sprigionare un punk-rock tanto atomicamente devastante quanto eroticamente apprezzabile.
05 – Foo Fighters, “Sonic Highways”
In classifica solo per essere stati tra i pochissimi a riuscire a riconfermarsi dopo un disco magistrale come “Wasting light”. >>> Leggi la nostra recensione
FLOP – Jack White, “Lazaretto”
L’eccessiva permanenza in ambienti campagnoli e la smisurata ossessione per il suono acustico fanno scadere questo “Lazaretto” in una monotonoia country ambigua e dallo stile retrò completamente toppato.
BEST ITALIAN – Paolo Conte, “Snob”
Alla bellezza di settantasette primavere di classe smisurata c’è anche chi, come lui, può ancora permettersi di fare ciò che vuole.
BEST LIVE ACT – Rolling Stones @ Circo Massimo, Roma (22/06/2014)
Nonostante la non eccellente esecuzione strumentale, questi figli del Dopoguerra dominano ancora per presenza scenica, voglia di rockeggiare e coinvolgimento emotivo di generazioni di persone accorse per riascoltare dal vivo le colonne sonore delle proprie vite.