I Joy Division di Ian Curtis sono una di quelle band che hanno influenzato trasversalmente decine e decine di altre esperienze artistiche, a prescindere dai generi e dalla decade di riferimento. Seminali come pochi altri, iconici come ancor meno, non è un caso che anche in quanto a tributi siano tutt’oggi fra le prime scelte. Molti sacrileghi, alcuni ben fatti, pochissimi all’altezza dei brani originali. Proviamo qui a segnalare quelle che sono a nostro avviso le 10 cover meglio riuscite nel marasma di reinterpretazioni accumulatesi nel corso degli anni, con un occhio anche all’Italia che non ha lesinato il proprio apporto quando s’è trattato di coverizzare la band inglese.
01 – NINE INCH NAILS, “DEAD SOULS”
Pubblicata nel 1994 all’interno della colonna sonora di “The Crow”, film cult con protagonista Brandon Lee, la versione di Trent Reznor è una delle poche che arriva ad eguagliare l’originale per intensità. Mitologica l’esecuzione dal vivo durante Woodstock ’94.
02 – LOW, “TRANSMISSION”
Nel 1995 vedeva la luce “A Means To An End: The Music Of Joy Division”, un album tributo alla band di Ian Curtis cui parteciparano molti nomi del circuito indipendente: fra questi i Low. La loro reinterpretazione del classico “Transmission” è fra la gemme della compilation.
03 – CODEINE, “ATMOSPHERE”
Altra performance da 10 e lode contenuta nel tributo “A Means To An End” è quella dei newyorkesi Codeine. Gli alfieri dello slowcore non potevano che optare per un brano come “Atmosphere”, uno dei più rappresentativi e densi di significato dell’intera produzione dei Joy Division.
04 – AFTERHOURS, “SHADOWPLAY”
A inizio carriera gli Afterhours di Manuel Agnelli componevano in inglese e incidevano per l’indipendente Vox Pop. L’etichetta pubblicò, nel 1990, il tributo “Something About Joy Division” affidato alle band del proprio catalogo. Fra queste gli Afterhours con “Shadowplay”.
05 – SWANS, “LOVE WILL TEAR US APART”
Nel 1988 la band di Michael Gira pubblicò addirittura un intero EP dedicato al pezzo più noto dei Joy Division. Furono incise due versioni del brano, una cantata proprio dallo stesso Gira (la “red” version) e l’altra da Jarboe (la “black” version), che riproponiamo.
06 – LCD SOUNDSYSTEM, “NO LOVE LOST”
Anche la band di James Murphy ha fatto i conti col fantasma di Ian Curtis, nel 2007, con la cover di “No Love Lost”, uno dei primissimi brani prodotti dai Joy Division proprio nel periodo in cui mutavano il proprio nome da Warsaw a quello che li avrebbe resi leggenda.
07 – MAGPIE, “DIGITAL”
Altro tributo made in Italy, “A Different Story – Songs By Joy Division”, pubblicato nel 2010 con l’apporto di alcune interessanti realtà dell’indipendente nostrano. Spicca la pesantissima interpretazione di “Digital” data dai Magpie di Daniele Carretti (già Offlaga Disco Pax).
08 – CLAN OF XYMOX, “DECADES”
Un intero album di cover – tutte piuttosto difficili – viene partorito dalla formazione gothic olandese dei Clan Of Xymox nel 2012. Nella tracklist anche una loro versione di “Decades” piuttosto fedele all’originale, forse troppo poco personalizzata ma comunque ben riuscita.
09 – GALAXIE 500, “CEREMONY”
Nel 1990 gli americani Galaxie 500 danno sfogo alle loro migliori atmosfere dream pop per realizzare una versione di “Ceremony”, incisa per l’EP “Blue Thunder”. L’originale fu uno degli ultimi brani scritti da Ian Curtis prima di morire e pubblicata poi dai New Order nell’81.
10 – SCOTT MATTHEW, “LOVE WILL TEAR US APART”
La più recente delle reintepretazioni che proponiamo è quella in chiave cantautorale di “Love Will Tear Us Apart” a firma Scott Matthew. Il songwriter australiano ha pubblicato nel 2013 “Unlearned”, un intero disco di cover che vede nella tracklist anche i Joy Division.